"L’alimentazione è molto influenzata dalla psiche, e a sua volta la influenza. Sia direttamente, mediante le sensazioni che il cibo innesca, sia indirettamente attraverso i circuiti cerebrali e biologici in generale. Un’alimentazione non ossessiva ma controllata, varia, adatta alla persona, è un fattore di salute”, osserva il professor David Lazzari, presidente Consiglio Nazionale Ordine Psicologi
Il cibo non è solo fondamentale per la crescita fisica delle persone, può contribuire anche a farci stare bene mentalmente. A patto che sia di qualità e dove frutta e verdura giochino un ruolo da protagoniste. È il risultato di un nuovo studio dell’università dell’East Anglia, guidato dalla dottoressa Ailsa Welch e pubblicato sul British Medical Journal: “Nutrition Prevention & Health”. La ricerca ha analizzato i dati di circa 7.500 bambini della scuola secondaria e di oltre 1.200 bambini della scuola primaria nel Norfolk, in Gran Bretagna. In particolare, è stata esaminata l’associazione tra fattori nutrizionali e benessere mentale, misurato attraverso test che hanno riguardato l’allegria, i momenti di relax e i rapporti interpersonali. È stata così trovata una forte associazione tra alimentazione sana e punteggi di benessere più alti.
“In realtà sono molti anni che la ricerca ci ha offerto dati su questo tema. L’alimentazione è molto influenzata dalla psiche, e a sua volta la influenza. Sia direttamente, mediante le sensazioni che il cibo innesca, sia indirettamente attraverso i circuiti cerebrali e biologici in generale. Un’alimentazione non ossessiva ma controllata, varia, adatta alla persona, è un fattore di salute”, osserva il professor David Lazzari, presidente Consiglio Nazionale Ordine Psicologi.
Cibo e psiche, dunque, si influenzano reciprocamente. Come ha dimostrato anche un’altra ricerca pubblicata sul Journal of Experimental Social Psychology, dove alcuni studenti sono stati coinvolti per un mese in diversi esercizi di gratitudine, come scrivere ogni settimana una lettera di riconoscenza a qualcuno. Fin dall’inizio dell’esperimento, e tre mesi dopo la sua conclusione, gli studenti hanno dichiarato che erano diminuite le emozioni negative, stress, ansia, tristezza, in genere associate alla ricerca e consumo di dolci e cibo spazzatura; mentre dopo quei cambiamenti, il gruppo si orientava su abitudini alimentari molto più sane.
Ancora centrale quindi, lo stato d’animo positivo, il benessere psicologico che, in particolare, è costituito da due aspetti: “Uno transitorio, la sensazione piacevole momentanea che proviamo in alcune situazione della vita, come un cibo che dà piacere, una situazione conviviale positiva”, spiega Lazzari. E l’altro aspetto? “È più strutturale e riguarda il ben-essere, ossia un equilibrio soggettivo che abbiamo costruito, e continuamente costruiamo, con noi stessi e con gli altri. Possiamo dire che questo equilibrio riguarda anche l’alimentazione, e un’alimentazione equilibrata a sua volta alimenta lo star bene nella vita”.
Professor Lazzari, nella ricerca dell’università dell’East Anglia è emerso che un maggiore consumo di frutta e verdura è significativamente associato a una sensazione di benessere. Ci sono altri riscontri su questa relazione positiva?
“Ogni cibo ha proprietà intrinseche che possono aiutare i processi del nostro organismo, compresi quelli cerebrali. E frutta e verdura sono raccomandate per gli effetti positivi che hanno. C’è anche da dire che i bambini e gli adolescenti che vivono situazioni familiari psicologicamente più sane, in genere hanno anche un’alimentazione più corretta”.
Così stando le cose, se i nostri ragazzi mangiano troppi grassi e alimenti zuccherati, rischiamo di averli più facilmente in preda al malumore e aggressivi?
“In passato i ragazzi mangiavano ciò che si cucinava in casa, i cibi del territorio. Oggi non solo hanno a disposizione un’infinità di alimenti industriali, ma sono anche bombardati per farne uso. Questo ha prodotto, come è noto, disturbi del comportamento alimentare e crescente obesità anche tra bambini e adolescenti. L’uso di questo cibo di bassa qualità fa male e spesso crea dipendenza. Un organismo intossicato da questo tipo di alimentazione non solo funziona peggio, ma nel tempo si creano problemi, come l’eccesso di sostanze infiammatorie, che incidono anche sull’umore. Possiamo fare anche l’esempio di cibi attivanti, come il caffè, la cioccolata, che possono aiutare in modiche quantità ma che danneggiano se assunti troppo o troppo spesso”.
Come aumentare la conoscenza e consapevolezza della relazione tra cibo e mente, emozioni positive e buona alimentazione?
“La via maestra è quella di promuovere una cultura del rispetto per noi stessi, il nostro essere e la nostra salute. Prenderci cura del nostro corpo e della nostra psiche, attraverso un’alimentazione equilibrata, l’attività fisica e lo sviluppo di un’adeguata consapevolezza psicologica. Non siamo macchine e neanche pezzi separati, tutto in noi è un insieme collegato. Per promuovere questa cultura vanno però evitati i messaggi allarmistici o le colpevolizzazioni: non servono e sono controproducenti. Passare dalla noncuranza a comportamenti ossessivi e ipercontrollanti vuol dire peggiorare le cose. Servono un’informazione corretta e uno spirito sereno per favorire atteggiamenti positivi nei giovani”.