Lei aveva 22 anni quando Simoncelli morì sul circuito di Sepang, il 23 ottobre del 2011: "La mia vita cambiò in una manciata di secondi – racconta al Corriere –. Prima di quella tragedia i brutti pensieri non avevano spazio"
“Dieci anni senza Marco. Penso che sia passato davvero molto tempo ma non è che un anniversario porti a ricordare. Accade ogni giorno. Ho sempre tenuto dei diari e un giorno scriverò un libro anche se non l’ho mai detto a nessuno”. A dirlo è Kate Fretti, la fidanzata di Marco Simoncelli, che in un’accorata intervista al Corriere della Sera ha ripercorso i drammatici momenti dell’incidente in Malesia che tolse la vita al pilota, spiegando come ancora adesso lei si trova a fare i conti con quel dolore difficile da superare. Lei aveva 22 anni quando Simoncelli morì sul circuito di Sepang, il 23 ottobre del 2011: “La mia vita cambiò in una manciata di secondi – racconta –. Prima di quella tragedia i brutti pensieri non avevano spazio”.
“Se avessi continuato a vivere come ho vissuto l’anno dopo la morte di Marco, mi sarei ammazzata – confida Kate Fretti nel corso del suo racconto –. Mi mancava un pezzo della mia esistenza“. Quando ha riletto i suoi diari dell’epoca “per dare un contributo al docufilm su Marco, mi sono resa conto che ho vissuto quegli anni come una bambina, senza pensare al futuro. Mostravo una leggerezza che adesso mi manca perché ho capito che le cose brutte accadono. La mia vita cambiò in una manciata di secondi. Da allora ho a che fare con un’ansia permanente. Se mio fratello non risponde al telefono penso al peggio. Prima di quella tragedia i brutti pensieri non avevano spazio“. Adesso si occupa della Fondazione e di ‘Casa Simoncelli’, “un centro diurno, una struttura che accoglie disabili”, ma “quando succedono le tragedie in gara mi viene in mente di chiudere tutto ma poi penso che in fondo questo è il mio mondo”.