Tutta l’Europa, e quindi anche l’Italia, dipende troppo dal gas. In particolare, ben il 90% del gas usato dall’Ue è importato. Le energie rinnovabili, come sole, vento e mare, invece, sono “endogene”, cioè appartengono al nostro territorio. Ce le abbiamo in casa e, per questo, sono l’antidoto fondamentale per contrastare i rincari delle bollette e non dipendere più dal prezzo dell’energia che acquistiamo altrove, mentre invece il gas non può che essere solo una fonte energetica di passaggio nell’ambito del processo di transizione alle rinnovabili che dovranno sostituire in toto il gas e tutti gli altri combustibili fossili.

Questo, in sintesi, è quanto dichiarato dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, durante il suo discorso all’assemblea plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo al dibattito sulla preparazione del Consiglio europeo del 21 e 22 ottobre.

Un intervento importante che ribadisce una rotta già tracciata dai grandi obiettivi globali che, attraverso vari step intermedi, convergono verso quello successivo di azzerare le emissioni inquinanti entro il 2050. Proprio sulla possibilità concreta di questa roadmap, e sempre in queste ore, è intervenuta anche l’Agenzia Internazionale dell’Energia (Iea) che con il suo report ci dice che i membri del G7, quindi anche l’Italia, sono in grado di decarbonizzare completamente la loro fornitura di elettricità entro il 2035, il che accelererebbe i progressi tecnologici e l’installazione delle infrastrutture necessarie per guidare i mercati energetici globali verso emissioni nette zero entro il 2050.

In questo modo, sostiene l’Iea, “i membri del G7 hanno un’opportunità unica di guidare il mondo verso settori elettrici con emissioni nette zero”. Una mission tanto ambiziosa quanto fattibile, in base al report dell’Agenzia Internazionale.

Inoltre, il premier Mario Draghi ricorda che tutta la Transizione Ecologica, e quindi anche nello specifico quella energetica, non distruggerà ma anzi amplierà i posti di lavoro, così come ormai acclarato da diversi studi.

In assenza di azioni concrete in questa direzione, Greta Thunberg e gli altri ragazzi di Friday For Future continueranno ad avere ragione quando accusano i politici di limitarsi alle vuote promesse del loro “bla bla bla”.
Se il governo Draghi vuole davvero agire adesso contro la crisi climatica e cogliere le opportunità economiche e occupazionali delle rinnovabili c’è un modo concreto per farlo, a partire dalla manovra 2022 attualmente in discussione: stop sussidi alle fonti fossili, via il capacity market e gli oneri di sistema dalle bollette, sviluppo sostenibile delle rinnovabili.

Vale per l’Europa, vale anche per i territori, a cominciare nel Lazio da Civitavecchia dove dalla dismissione dell’attuale centrale a carbone può nascere il primo Distretto di Energie rinnovabili del Lazio, di cui discuteremo come Regione Lazio venerdì prossimo, 22 ottobre, al Porto di Civitavecchia con un’intera giornata di lavori cui prenderanno parte un’ampia gamma di attori del cambiamento: dalle aziende elettriche ai sindacati, dalle associazioni datoriali fino agli esperti e mondo della ricerca, dalle istituzioni locali ai Comitati cittadini.

La Transizione Ecologica parte, nel concreto, dai territori.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Bruxelles rinvia ancora la decisione sul nucleare. E l’Onu avverte: “Abbassare subito e nettamente la produzione di Co2”

next
Articolo Successivo

Val dei Mulini, quando riqualificazione è sinonimo di colata di cemento

next