“Rito ordinario”. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera Ciro Grillo, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria, accusati da una 20enne di stupro di gruppo, hanno scelto di essere giudicati – qualora il gup di Tempio Pausania li rinviasse a giudizio – senza contare sulla possibilità di un sconto di un terzo della pena. Una scelta che però significa che la prova si formerà in dibattimento e che quanto agli atti davanti al giudice per l’udienza preliminare non verrà trasmesso al collegio.
I fatti contestati sono avvenuti a Porto Cervo alle prime ore del 17 luglio 2019. Secondo l’accusa, i quattro hanno conosciuto la ragazza al Billionaire, locale in Costa Smeralda: intorno alle cinque del mattino, lei e un’amica hanno accettato un invito ad andare a fare una spaghettata. “Mi è venuto in mente di urlare, non è che non mi è venuto in mente, ma non ci riuscivo…“ ha raccontato agli inquirenti la studentessa. A un certo punto sarebbe stata costretta a bere vodka. “Mi hanno tenuto la testa e fatto bere metà bottiglia. La mia testa ha iniziato a girare, ma io ero abbastanza lucida ancora… la mia amica non c’era, questi due (Capitta e Lauria, ndr) mi hanno accompagnato in una stanza, mi hanno detto che potevo dormire lì, che potevo stare tranquilla”. Durante il sesso di gruppo riferisce che Capitta, Lauria e Grillo “si davano il cambio e dicevano “fai veloce, tocca a me”, e cose del genere. Io non riuscivo più a gridare, non avevo più forza nel corpo, ero distrutta. E dopo non so, ho visto nero, non so più cosa sia successo e mi sono risvegliata al mattino, in un altro letto e in un’altra stanza”.
Dopo aver bevuto, aggiunge, “mi sentivo sulle nubi, non sentivo più le braccia e le gambe. Nel primo episodio sentivo dolore, qui era come se il mio corpo fosse anestetizzato“. A Ciro Grillo, Lauria e Capitta è contestato anche la violenza sessuale nei confronti dell’amica della studentessa, per una serie di foto scattate mentre lei dormiva. La studentessa presentò otto giorni dopo una denuncia ai carabinieri di Milano. Agli atti dell’inchiesta ci sono anche messaggi scambiati in chat in cui i quattro si vantano delle loro performance sessuali, parlando anche dei video girati all’insaputa della vittima. Gli imputati hanno sempre negato la violenza sostenendo che la studentessa fosse consenziente. Corsiglia ha spiegato di aver fatto sesso e di essersi addormentato e di non sapere cosa sia successo dopo.