Innumerevoli sono gli esempi nel nostro Paese di riqualificazioni che producono solo consumo di suolo. Uno dei casi più eclatanti è scoppiato in questi giorni in provincia di Verona e riguarda la riqualificazione della splendida Val dei Mulini. Si tratta di parte del Sito di Interesse Comunitario (SIC) IT3210007 Monte Baldo: Val dei Mulini, Senge di Marciaga, Rocca di Garda che ricade principalmente nel territorio del Comune di Costermano: una valle ricca di flora e fauna, piccolo scrigno di biodiversità, polmone verde prezioso soprattutto per i cittadini del circondario che amano passeggiare nella tranquillità del luogo.
Ben 65 sigle ambientaliste – tra cui anche Italia Nostra – hanno lanciato un appello perché si abbandoni un masterplan (dal nome evocativo Outdoor Paradise) che prevede la realizzazione di un ponte sospeso di 300 metri, un campeggio di lusso, l’ampliamento di alcuni edifici, la realizzazione di torri, passerelle e piattaforme nella forra della Valle Strova e un parcheggio da 400 posti auto e dieci pullman a Marciaga. In cambio dell’area dove verrà realizzato il parcheggio, verrà inoltre concesso agli attuali proprietari la possibilità di costruire nuovi edifici in aree boscate per un volume pari a 4.600 metri cubi.
Il progetto, secondo le intenzioni dell’amministrazione comunale di Costermano, dovrebbe attrarre turismo nella Val dei Mulini e portare allo sviluppo di attività ricreative. Molti cittadini, però, non sono d’accordo con questa impostazione e vorrebbero invece che la valle fosse valorizzata preservandone la naturalità e la biodiversità, mantenendo costantemente l’alveo del torrente e i versanti della valle e recuperandone il patrimonio storico-culturale esistente.
Ma tutto questo per il primo cittadino di Costermano deve essere “riqualificato”… sì, proprio “riqualificato”! Perché un albero che cresce spontaneo, un fiore selvatico, un fiume che ospita una specie rara di gambero sono “degradati”, secondo una visione per cui tutto deve essere fruito, sfruttato e utilizzato a scopo economico e nessuno spazio deve essere lasciato selvatico per consentire alle altre specie di sopravvivere.
“La valle dei Mulini si trova in uno stato di trascuratezza piuttosto evidente, merita di tornare ad avere quella dignità che purtroppo negli anni le è stata tolta”, dichiara candidamente il sindaco. Forse vale la pena ricordare al sindaco che un conto è il contrasto al degrado prodotto da attività umane, come eventuali discariche di materiali inquinanti e plastiche (che certamente vanno ripulite), un conto è invece lo sfruttamento economico di aree naturalistiche.
La visione sottintesa a questo progetto è che l’ambiente e le altre specie viventi esistono solo a beneficio della nostra e che tra Capitale Naturale, Sociale ed Economico sia sempre quest’ultimo a dettare le linee dello sviluppo futuro. Un paradigma antropocentrico e tecnocratico che papa Francesco ha fortemente criticato nell’enciclica Laudato Si’. Ispirandosi al poverello di Assisi, l’enciclica auspica un’ecologia integrale, capace di incidere sulle “cause strutturali delle disfunzioni dell’economia mondiale e di correggere i modelli di crescita che sembrano incapaci di garantire il rispetto dell’ambiente”.
Non capiamo come un ecosistema delicato e ricco di biodiversità come la Val dei Mulini, una forra golenale che si è salvata dalla intensiva antropizzazione dei dintorni del Lago di Garda, possa sopportare l’arrivo di innumerevoli torpedoni di turisti e famigliole in cerca di emozioni forti in un parco avventura artificiale, che inevitabilmente produrrà un impoverimento dei servizi ecosistemici attualmente erogati dal Sic per il beneficio di tutta la comunità.
La finalità della creazione di parchi, riserve e aree protette non è quella di assicurare un reddito a qualche gruppo economico ben strutturato, né realizzare “parchi avventura”, ma è quella, in un momento delicatissimo, caratterizzato da fenomeni drammatici come l’epidemia di Covid e il riscaldamento climatico, di preservare il capitale naturale del pianeta (la biodiversità nel suo complesso) e garantire una vita migliore per tutti.
Tutto questo mentre il Ministro Roberto Cingolani presenta in parlamento un piano per la Transizione Ecologica che prevede, tra i tre indirizzi chiave per contenere le emissioni di CO2, la “riduzione passiva” e cioè il ripristino degli ecosistemi. Quand’è che finalmente inizieremo a fare riqualificazioni che siano vero ripristino degli ecosistemi?
Maggiori informazioni sulla pagina Facebook @lavalledeimulinicostermanosulgarda