"Sono cose che succedono continuamente perché sul set c'è questa eccitazione, questa adrenalina, e ogni tanto purtroppo si mette da parte la sicurezza"
“Purtroppo episodi come quello tragico accaduto ad Alec Baldwin sono possibili, e accadono più spesso di quanto si creda quando sul set si utilizzano armi. Tutti ricordiamo quando accaduto a Bandron Lee, ma in Italia l’amico Sergio Corbucci ad esempio, era rimasto mezzo orbo per un colpo caricato male, e io stesso una volta sono rimasto sordo per quasi un mese dopo che sul set partì per errore un colpo dal tetto da un’arma caricata male”. A dirlo è Ricky Tognazzi che, all’Adnkronos, commenta così quanto successo negli Stati Uniti sul set di “Rust”, dove l’attore Alec Baldwin ha esploso accidentalmente dei colpi della pistola che stava usando sul set uccidendo Halyna Hutchins, direttrice della fotografia, e ferendo in modo grave il regista Joel Souza.
“Sono cose che succedono continuamente perché sul set c’è questa eccitazione, questa adrenalina, e ogni tanto purtroppo si mette da parte la sicurezza – prosegue Tognazzi raccontando la sua esperienza -. Io sono sempre molto agitato quando vedo armi sul set. Quando vedo scherzare, quando vedo rilassatezza e ci sono armi in giro sono teso”. Adesso “fortunatamente si usano molto spesso i visual effects – prosegue l’attore e regista -. Ma quando le armi sono reali bisogna stare attenti perché noi attori simuliamo la rabbia e l’eccitazione del momento può essere pericolosa. L’effetto adrenalina è molto forte. E comprensibile, perché è un impeto artistico che sottende la volontà che la scena sia il più realistica possibile, ma si gioca letteralmente col fuoco“. Il cinema, conclude Tognazzi, “da un lato ha la protezione garantita dalla finzione, ma dall’altra parte c’è la volontà dell’attore o del regista di essere il più veritiero possibile”.