Tra pochi giorni il Consiglio comunale del paesino del padovano, dov'è nato l'avo di Bolsonaro, voterà la concessione della cittadinanza onoraria al presidente brasiliano che nel frattempo la Commissione d'inchiesta del Congresso vuol incriminare per omicidio di massa. La consigliera Pd Vanessa Camani: "Non c’è un solo motivo valido per essere orgogliosi di lui". Sandonà (Lista Zaia): "Gesto per rimarcare le origini venete"
Anguillara Veneta, un paesino di 4mila anime in provincia di Padova, ha dato i natali al trisnonno di Jair Bolsonaro. E tra pochi giorni il Consiglio comunale, su proposta della sindaca Alessandra Buoso, voterà la concessione della cittadinanza onoraria al presidente brasiliano. Negli stessi giorni, però, la Commissione d’inchiesta sul Covid del Congresso di Brasilia ha presentato una corposa relazione che contesta a Bolsonaro una serie di scelte sbagliate che avrebbero contribuito alla morte di 600mila persone, adombrando la sua incriminazione “per omicidio di massa“. E la coincidenza tra i due avvenimenti ha fatto nascere un’aspra polemica politica.
A innescarla è stata Vanessa Camani, vicecapogruppo del Pd in consiglio regionale. “Fa rabbrividire la proposta della sindaca di Anguillara Veneta di conferire la cittadinanza onoraria a Bolsonaro, un razzista, misogino e anche negazionista. Non c’è un solo motivo valido per essere orgogliosi di lui, visto che una commissione d’inchiesta chiederà che venga accusato di crimini intenzionali. Ha ritardato per mesi l’avvio della campagna vaccinale promuovendo cure alternative dall’efficacia non testata, come l’idrossiclorichina, e in più di un’occasione ha minimizzato il pericolo del virus che ha fatto strage soprattutto tra le popolazioni indigene. Già prima della pandemia c’era chi lo definiva ambasciatore del valore dei veneti nel mondo”, dice, ricordando quando a Venezia esponenti leghisti avevano esposto uno striscione che inneggiava alla sua elezione. “Eppure si era distinto per gli elogi alla dittatura militare, per il disprezzo e le offese a donne e omosessuali, le minacce di incarcerare i rivali politici, a cui si sono poi aggiunte le grottesche accuse alle ong per gli incendi che hanno devastato l’Amazzonia. Come si può essere fieri di un personaggio del genere? Davvero le sue origini possono prevalere su questo campionario di orrori?”.
Il segretario regionale del Partito democratico, Alessandro Bisato, ha rincarato: “Come quel soldato giapponese sull’isoletta del Pacifico ignaro della fine delle ostilità, l’amministrazione del comune padovano non legge il tramonto del populismo. Peggio, spinge per un riconoscimento pubblico a un politico allergico alla democrazia e ai diritti civili, negazionista sul Covid e antivax. Grazie alle politiche di Bolsonaro i brasiliani oggi sono più poveri, meno sicuri e in preda al Covid”. In difesa della scelta si è invece espresso Luciano Sandonà, consigliere regionale della lista Zaia Presidente e presidente della prima Commissione dell’assemblea: “La cittadinanza onoraria è un gesto per rimarcare le origini venete di un presidente e di tanti discendenti di migranti, non per esprimere giudizi sul suo operato. Le accuse rivolte da Vanessa Camani sono decisamente esagerate. La consigliera dovrebbe ricordare che stiamo pur sempre parlando di un presidente eletto dal popolo e che ha un grande seguito in Brasile. È quindi un segno per rimarcare il legame del presidente di uno degli Stati più abitati del pianeta con il Veneto. Non sta a noi dare giudizi”.