Le parole pronunciate da Mario Draghi nella conferenza stampa seguita al Consiglio europeo confermano come sul tema dell’energia e del contrasto ai rincari si sia deciso poco o nulla. Ogni paese gestirà la crisi a modo suo. Sull’energia “siamo stati espliciti con la necessità di preparare subito uno stoccaggio integrato con le scorte strategiche. Dobbiamo proteggere tutti i Paesi dell’Ue in egual misura”, ha detto il presidente del Consiglio. Non si fa quindi cenno né alla creazione di una piattaforma unica per gli acquisti come chiesto dalla Spagna e altri paesi né ad altri tipi di intervento. Del resto questa era la linea di Berlino, limitarsi ad aiutare le fasce di popolazione più in difficoltà in attesa che le acque si calmino.

“Nel lungo periodo è sulla strategia delle rinnovabili che bisogna puntare, ha aggiunto Draghi, ma se i prezzi del gas salgono, si pone un problema anche di finanziare questo percorso. Ed è difficile rinunciare al gas immediatamente per molti Paesi” ha continuato Draghi da Bruxelles. Non è un mistero che l’Italia punti molto sul gas che già oggi copre oltre il 40% del fabbisogno energetico del paese. Diversamente la Francia spinge forte sul nucleare, osteggiata dalla Germania che punta su un percorso più morbido per l’uscita dal carbone. In questo scenario la Commissione Ue dovrà definire, forse entro fine anno, la “tassonomia energetica”, in sostanza indicare quali fonti sono meritevoli di ricevere finanziamenti nell’ottica della transizione verso le rinnovabili. Entro il 2050 l’Europa si propone di raggiungere un saldo zero tra emissioni e recupero di Co2. “C’è stata una discussione anche sul nucleare: alcuni paesi vogliono che il nucleare rientri tra le fonti di energia non inquinanti. La commissione presenterà un atto in dicembre. Ci sono posizioni molto diverse e vedremo cosa proporrà la commissione”, ha confermato Draghi durante la conferenza stampa. Inoltre “è chiaro che qualunque sia il nucleare” che verrà inserito nella tassonomia verde Ue, e sarà quindi considerato green, “ci vuole moltissimo tempo prima che entri ad essere produttivo di energia, in ogni caso. Per il momento è importante continuare su una strategia fondata sulle rinnovabili che conosciamo”.

“Il Patto di Stabilità? Dubbi sul buon funzionamento” – In tema di politiche economiche da concordare a livello europeo Draghi ha poi spiegato “Abbiamo un anno” per parlare di revisione del Patto di Stabilità, “c’è tempo per maturare punti di vista che siano realistici”. Alla domanda se l’attuale Patto di Stabilità funzioni bene Draghi ha risposto che “Più di uno ne dubita…”. Il presidente italiani ha sottolineato che “gli impegni che stiamo prendendo sulle vaccinazioni, sulla salute per affrontare future pandemie, sulle vaccinazione nel resto del mondo, sono di una dimensione tale che andranno affrontati con regole di bilancio diverse: abbiamo un anno per parlarne” e affrontarle “in modo realistico”.

Sul Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza in cui si indica l’utilizzo dei fondi del fondo europeo per la ripresa, ndr) “non abbiamo nessun ritardo”, a puntualizzato Draghi aggiungendo che “abbiamo sempre rispettato gli appuntamenti, intendiamo continuare a farlo e non registro preoccupazione nei nostri partner. L’unica cosa da fare è andare con convinzione e rapidità nell’attuazione degli impegni presi”. È “in arrivo un decreto che dovrebbe rimuovere alcuni degli impedimenti che ci sono: diciamo che i due mesi prossimi, da ora a dicembre, sono mesi in cui ci aspettiamo molta attività non solo da parte del governo ma anche dagli enti attuatori. Bisogna continuare a lavorare”

Addio a quota 100, legge su concorrenza entro ottobre – Il presidente del Consiglio è intervenuto anche su questioni di politica interna. “Io non concordavo con quota 100 e non verrà rinnovata, ora occorre assicurare una gradualità nel passaggio a quella che era una normalità”, ha affermato Draghi. Il capo del governo ha poi detto che “La terza dose” di vaccino “sarà necessaria per certe categorie specialmente”, come i più vulnerabili e i più anziani. “In questo senso sarà fatta. “I contagi sono in salita, molto di più in altri Paesi. Finora in Italia sono maggiori di pochi giorni fa, dobbiamo capire se sono maggiori per il numero molto più elevato di tamponi o è frutto di una diffusione” del virus. “Ciò che è importante è che la campagna di vaccinazione continui ad andare bene. Noi abbiamo vaccinato di più di altri Paesi Ue e a dispetto dell’Inghilterra abbiamo mantenuto delle cautele”, ha concluso Draghi. “Prima di fine ottobre presenteremo la legge sulla concorrenza“, ha affermato Draghi lasciando intendere che il governo deciderà della questione balneari senza attendere la pronuncia del Consiglio di Stato.

Gli attriti con la Polonia e la questione migranti – L’altro grande tema del vertice riguardava un problema endemico, quello della strategia comune da adottare riguardo all’accoglienza dei migranti, e su un altra questione che ha agitato i vertici di Bruxelles nelle ultime settimane: lo scontro con la Polonia sul rispetto dello Stato di diritto. “Non ci sono alternative, le regole sono chiare. Non è stata messa in discussione la legge secondaria dell’Unione, ma la legge primaria, il trattato. Quindi non ci sono alternative, le regole sono chiare su questo”, ha detto Draghi aggiungendo che “Detto questo è chiaro che bisogna mantenere aperta la via del dialogo“.

Interpellato sulla posizione della Lega in merito al nodo della Polonia il presidente del Consiglio ha affermato che “Nessuno ha dubbi che questo governo sia europeista. Abbiamo detto sin dall’inizio che chi fa parte del governo deve rispettare il diritto dell’Unione” e considerare l’Euro “un grande successo”. Ad ogni modo nessuno me l’ha chiesto“.

“Bisogna riflettere” sul tema migrazioni ha poi auspicato Draghi, spiegando che “la discussione ha chiarito qual è il motivo per cui alcuni Paesi vogliono cambiare Schengen. Quanto più debole è la protezione delle nostre frontiere esterne, tanto più forte è la tentazione di limitare i movimenti interni all’Ue“. Quello delle migrazioni “ormai è un problema di tutti, non ha senso privilegiare un Paese o una rotta. Sui rimpatri e le riammissioni occorre che l’Ue agisca tutta insieme” ha continuato Draghi spiegando di “essere contrario ai finanziamenti per la costruzione di muri”.

“Sono molto soddisfatto di come si è conclusa la discussione” sui migranti. “Il testo originario parlava solo di movimenti secondari senza il punto dell’equilibrio tra responsabilità e solidarietà”, ha poi concluso Draghi affermando che “Il più importante quadro legale sul quale dobbiamo fare progressi è il Patto sulla migrazione e l’asilo”, aggiunge Draghi che spiega: “per una strana eterogenesi dei fini quello che doveva essere un paragrafo sul finanziamento dei muri non contiene questa possibilità ma ha aperto uno spiraglio sulla discussione sul Patto di asilo e di migrazione, ferma da un anno”.

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