di Pietro Toigo
Egregio Direttore,
sono un giovane anestesista rianimatore che ha lavorato in prima linea durante tutte le ondate Covid dal 2020 al 2021. Ho visto morire centinaia di persone in questo periodo e non mi vergogno a dire di essermi quasi commosso per la felicità mentre ricevevo la prima iniezione di vaccino a gennaio 2021. Tuttavia non ritengo il green pass una manovra intelligente per il convincimento della popolazione ancora reticente alla vaccinazione.
Ho seguito con interesse la sua presa di posizione a riguardo e posso affermare di riconoscermi nella stessa. Il punto principale della questione è uno, a mio avviso. Esiste ad oggi un reale stato di emergenza per la situazione Covid-19? Le risorse di assistenza sanitaria sono inferiori rispetto alla richiesta di aiuto da parte dei pazienti Covid-19 infetti? La risposta è no.
Chiariamo che in medicina si definisce maxi-emergenza una situazione in cui c’è sproporzione tra le risorse disponibili e le persone che richiedono assistenza. Questa eventualità al momento in Italia non sussiste.
Come rianimatore nel mio piccolo ospedale (mi piace ancora chiamarli così piuttosto che aziende) non ho più avuto in carico un paziente Covid-19 da circa maggio/giugno 2021. Inoltre la popolazione vaccinata ha raggiunto una percentuale più che considerevole, quindi potremmo affermare cautamente che la possibilità che si scateni un’ulteriore maxi-emergenza sia bassa (con la prudenza data da due anni di pandemia dove si è ascoltato di tutto ed è accaduto di tutto).
Con questi presupposti ha senso richiedere un documento di avvenuta vaccinazione/tampone per una persona che deve recarsi al lavoro? E qual è lo spirito della legge che ha ritenuto giusto richiedere il green pass sul luogo di lavoro?
L’obiettivo del green pass è più volte stato dichiarato essere quello di incentivare la gente a vaccinarsi, in quanto esiste una fetta di popolazione che si rifiuta. Il motivo di tale rifiuto è secondo me più che legittimo e ha varie ragioni.
Esiste una porzione di popolazione che non vorrà mai vaccinarsi in quanto ideologicamente contraria al vaccino (es. fanatici, complottisti etc.). In secondo luogo esistono persone che hanno paura del vaccino in maniera del tutto giustificata: comunicazione sbagliata da mesi (es. caso AstraZeneca, mancanza di chiarezza nelle comunicazioni etc.). Queste persone ritengono che il rischio del vaccino sia per loro più alto della malattia.
Per convincere questo secondo gruppo di persone abbiamo due possibilità: mettere l’obbligo vaccinale (ma lo stato non ha il coraggio di prendersene la responsabilità) oppure informare e capire il perché queste persone hanno paura.
La scelta di imporre un green pass per andare al lavoro (nei confronti di persone che spesso mantengono uno stile di vita molto più sicuro di quelle che hanno il green pass), mi pare una presa di posizione scarsamente intelligente e poco lungimirante anche nei confronti di future campagne vaccinali. Non mi dilungo invece su quanto riguarda l’aspetto giuridico della questione in quanto non ne ho le basi.
Mi dispiace essermi dilungato eccessivamente, ma il conforto di ascoltare delle persone con un senso critico della situazione e di poter condividere con loro delle opinioni mi fa apprezzare molto la democrazia.
Le auguro un buon lavoro.