Svolta nel giallo sulla morte della 22enne newyorchese Gabby Petito. I resti umani rinvenuti in Florida, in un parco naturale nella regione di Tampa, sono quelli del fidanzato Brian Laundrie, il 23enne fidanzato di Gabby sospettato di essere l’assassino della ragazza, trovata il mese scorso strangolata all’interno della Teton National Forest in Wyoming. L’identificazione dei resti è stata comunicata dall’Fbi. I due fidanzati erano in vacanza e stavano compiendo un viaggio on the road attraversando vari stati Usa. La scoperta di resti umani è stata fatta durante le ricerche di Laundrie in una zona della Carlton Reserve di North Port che fino a poco tempo fa era sommersa dall’acqua, un’area paludosa abitata da diverse specie di serpenti e alligatori. Da qui la difficoltà incontrata dai medici legali per identificare la vittima. Fondamentale per il riconoscimento anche il contributo della famiglia del ragazzo, che ha partecipato attivamente alle ricerche.
I resti giacevano vicino al luogo in cui erano stati trovati alcuni oggetti appartenenti a Laundrie, tra cui uno zainetto, un block notes e alcuni vestiti. Nelle vicinanze anche lo scheletro di un cane. “Le probabilità che si tratti dei resti di Brian sono altissime”, aveva ammesso l’avvocato della famiglia Laundrie , Steven Bertolino. Finisce così la vera e propria caccia all’uomo iniziata dopo il ritrovamento di Gabby Petito. Resta da capire se il ragazzo si sia suicidato o se le cause della morte siano altre. La verità potrebbe essere contenuta nel suo block notes che, secondo quanto riportano i media, è fortemente deteriorato ma che potrebbe essere in parte recuperato.
Gli investigatori fin dall’inizio hanno legato la morte di Petito ai rapporti divenuti molto tesi tra i due fidanzati, come emerge anche da alcuni video girati durante il viaggio, anche quello degli agenti che li avevano fermati. Una volta scomparsa Gabby, Brian era tornato dalla famiglia in Florida, rifiutandosi però di parlare con gli investigatori e decidendo poi di darsi alla macchia. Di lui si erano perse le tracce dal 13 settembre. L’unica incriminazione che al momento gravava su di lui è quella di aver usato due carte di credito di Gabby dopo la morte della ragazza.