Il pianista Danilo Mariani ha mentito riguardo alle “cene eleganti” tenute nella villa di Silvio Berlusconi ad Arcore ” all’evidente scopo di non pregiudicare il suo rapporto fiduciario con l’ex presidente del Consiglio, la cui conservazione evidentemente valeva ben più della minaccia costituita dalla sanzione penale”. Con questa motivazione il Tribunale di Siena spiega la condanna a 2 anni di reclusione (pena sospesa) inflitta lo scorso maggio al musicista, che giovedì è stato assolto insieme al leader di Forza Italia dall’accusa di corruzione in atti giudiziari. Secondo la corte che ha giudicato Mariani per la falsa testimonianza nel processo Ruby, quindi, mentì ma il collegio che li ha giudicati per la corruzione, che stando all’accusa era alla base di quella ricostruzione fasulla, non lo fece per soldi. Che nel rapporto tra i due ci sono, e sono tanti (quasi mezzo milione di euro in cinque anni) stando a quanto si legge nelle motivazioni, ma evidentemente legati ad attività professionali e alla loro amicizia.
I giudici ritengono accertato che il racconto delle sue serate nella villa di Arcore sia in “netto contrasto” con “le circostanze emerse nell’ambito dei procedimenti milanesi, definiti con pronunce dotate della forza del giudicato”, che “hanno accertato la riconducibilità alla nozione di prostituzione delle prestazioni di intrattenimento, offerte dalle ospiti femminili” a villa San Martino. Mariani, scrivono i giudici, ha invece escluso la “natura sessuale di quegli svaghi” con una decisione definita “quasi paradossale”. Questi elementi, ragiona il tribunale, “inducono a ritenere che l’imputato abbia consapevolmente voluto negare circostanze a lui ben note, all’evidente scopo di non pregiudicare il suo rapporto fiduciario con l’ex presidente del Consiglio, la cui conservazione evidentemente valeva ben più della minaccia costituita dalla sanzione penale”.
Le indagini eseguite hanno consentito di accertare “l’entità effettiva del rapporto professionale esistente tra Mariani e Berlusconi” e la “consistenza economica dei relativi compensi, in virtù dello stesso percepiti dall’imputato negli anni”. Diversamente da quanto dichiarato da Mariani, quando venne sentito come testimone, è “emerso che egli godesse di un ottimo stipendio fisso, nonché che abbia beneficiato di cospicui rimborsi spese ed altre consistenti elargizioni, non altrimenti giustificate”. Gli accertamenti bancari sui conti di Berlusconi hanno rivelato l’esistenza di bonifici periodici da 3mila euro effettuati in favore di Mariani. Gli inquirenti verificarono, altresì, che Mariani ricevette due bonifici da 7mila euro ciascuno, proprio in prossimità delle date delle udienze in cui testimoniò (uno il 12 dicembre 2012 e uno l’11 gennaio 2013).
Risultò, inoltre, che Mariani avesse beneficiato da parte di Berlusconi di un prestito infruttifero di 25mila euro erogato il 23 dicembre 2013. L’istruttoria espletata, si legge nelle motivazioni della sentenza del Tribunale senese, “ha fornito un quadro di chiarezza lampante, in ordine all’imponente mole di rapporti lavorativi ed economici, che legano Mariani a Berlusconi”. L’importanza di tali rapporti è “data evidentemente non solo, di per sé, dall’ammontare di risorse finanziarie, percepite negli anni dall’imputato, ma anche dalla longevità stessa del rapporto, dalla sua proiezione nel futuro, dal suo carattere assolutamente fiduciario ed estremamente solido, tanto da resistere anche alla delicata fase dei processi e delle indagini”. Alla componente professionale, scrivono ancora i giudici, “se ne abbina chiaramente anche uno di tipo personale, in virtù della quale Mariani ricevette da Berlusconi Silvio aiuti in alcuni momenti cruciali della sua vita”.
Dai documenti contabili presentati dalla difesa dell’ex premier, che ha prodotto l’estratto dei conto correnti, “risultano tutte le erogazioni di denaro, periodiche e non, che già a partire dall’anno 2006, furono effettuate da Berlusconi, in favore di Mariani”. Un consulente ha dichiarato di aver ricostruito tutte le movimentazioni bancarie dei conti di Berlusconi dal 2006 in avanti. Per quanto riguarda i rapporti economici tra Berlusconi e Mariani, “il consulente ha detto di aver considerato i due conti correnti, di cui la difesa ha prodotto gli estratti, esaminandone le movimentazioni dal 2006 al 2011: in tale arco temporale Mariani ha beneficiato di erogazioni di denaro per l’ammontare complessivo di 474.765,43 euro”. Mariani ha beneficiato anche di due prestiti infruttiferi: uno disposto il 19 giugno 2008 per l’ammontare di 150mila euro ed uno disposto il 25 febbraio 2010 per l’ammontare di 100mila euro. Mariani beneficiò anche di rimborsi spese ed in suo favore Berlusconi “dispose anche degli altri bonifici più importanti uno da 100mila ed uno da 150mila euro, negli anni 2010-2011 per aiutarlo a comprare casa”. Quanto al bonifico da 25mila euro, il contabile Giuseppe Spinelli ha dichiarato che si trattava di un aiuto economico per la società della moglie di Mariani prossima al fallimento.
“È del tutto evidente che rapporti di tal genere con un personaggio come Berlusconi – si legge nella motivazione della sentenza di condanna – costituiscono un movente più che consistente, quasi scontato, per dichiarare il falso su circostanze, quali quelle relative ai rapporti sessuali dallo stesso consumati, con giovanissime donne, perciò stesso retribuite, in occasione dei ricevimenti nella villa di Arcore che, oltre a poter avere rilevanza sul piano delle responsabilità penali, avrebbero comunque arrecato, quanto meno, imbarazzo ad uno degli uomini più potenti d’Italia”. Il giudice estensore Chiara Minerva del collegio presieduto da Ottavio Mosti ricorda – sulla base dei procedimenti celebrati davanti al Tribunale di Milano sul caso Ruby – che il pianista senese ha sempre negato “nel modo più assoluto” di aver mai assistito ad alcuna situazione sessualmente connotata e di aver visto gente nuda. Mariani ha smentito contatti fisici tra le ragazze e Berlusconi, “diversi da una stretta di mano, in quanto l’ex presidente del Consiglio rimaneva sempre seduto a parlare”.
Nelle motivazioni della sentenza si ricorda infine che “i difensori di Mariani hanno sostenuto che il loro assistito ha mentito quando è stato sentito come testimone in ordine al suo rapporto professionale con Berlusconi Silvio ed alle conseguenti erogazioni di denaro ricevute per timore dell’eventuale verifica fiscale, che avrebbe potuto conseguentemente subire e che, infatti, è stata poi effettuata”. Risultano, invece, “accertate nei procedimenti definiti dalle sentenze del Tribunale di Milano” le circostanze che, nelle serate di Arcore, cui Mariani partecipò “ci fossero stati approcci e comportamenti individuali di sicura valenza sessuale” e ciò “non è stato messo minimamente in dubbio, nel presente procedimento, neanche dalla difesa dello stesso imputato”.