Non ci sarà più un lockdown a livello nazionale come quelli conosciuti nell’ultimo anno e mezzo, ma riguarderà solamente le persone non vaccinate: l’Austria ha deciso che questa sarà la misura ultima per contrastare un eventuale inasprimento della quarta ondata di coronavirus. Il governo guidato dal nuovo cancelliere Alexander Schallenberg, venerdì sera ha approvato la nuova versione del pacchetto anti-pandemia: un piano in 5 fasi che si basa sull’occupazione dei posti letto di terapia intensiva e in cui le restrizioni aumentano gradualmente solo per le persone non vaccinate. Da metà settembre è in vigore un “piano” in tre fasi, ora sono stati aggiunti i due livelli più critici: nel penultimo, l’accesso ai luoghi di ritrovo e agli eventi non sarà più consentito a chi presenta un tampone negativo, ma servirà essere vaccinati o guariti. Nell’ultima fase, che scatterà se ci saranno più di 600 posti letto occupati in terapia intensiva (o il 30% del totale), le persone non vaccinate contro il Covid torneranno a un vero e proprio lockdown, in cui sarà loro consentito uscire da casa solo per motivi di necessità o urgenza (come lavorare e fare la spesa). Tutti gli altri invece continueranno a seguire le attuali restrizioni.
“Tutte le persone non vaccinate devono essere consapevoli che non sono responsabili solo della propria salute, ma anche di quella degli altri. Non permetterò che il sistema sanitario venga sovraccaricato perché ci sono ancora persone che esitano nel farsi vaccinare”, ha spiegato Schallenberg, fresco di nomina a cancelliere dopo l’indagine per corruzione che ha coinvolto anche il suo predecessore e leader di partito Sebastian Kurz. In Austria attualmente il 70% della popolazione vaccinabile (over 12) ha completato il ciclo vaccinale, mentre il 74% ha ricevuto almeno una dose. Come sta accadendo anche in Germania, però, l’aumento dei contagi comincia a preoccupare le autorità di Vienna: l’incidenza settimanale è salita a 240 casi ogni 100mila abitanti. Per avere un riferimento, in Italia tra l’11 e il 17 ottobre (dati Iss) l’incidenza è stata di 29 casi per 100mila abitanti. Negli ospedali austriaci ci sono 227 persone ricoverate in terapia intensiva. Se il numero di posti letto occupati dovesse arrivare a 300, scatterebbe già la fase 2 del piano governativo.
Secondo il cancelliere Schallenberg, l’Austria sta per imbattersi “in una pandemia di non vaccinati“. E in questa direzione va il piano messo a punto a settembre e ora integrato dal suo governo. Già da inizio luglio è stata introdotta la regola 3G – il nostro green pass – per accedere a ristoranti, bar, luoghi culturali, hotel, impianti sportivi e centri benessere. Nella fase 1, quella in vigore dal 15 settembre, l’obbligo di mostrare un certificato di vaccinazione, guarigione o un tampone con esito negativo è stato esteso anche agli eventi con più di 25 persone. Inoltre in alcuni luoghi, come i mezzi pubblici, i supermercati, le farmacie, le banche e gli uffici, c’è l’obbligo di indossare mascherine Ffp2. Nei negozi invece è sufficiente una normale protezione per bocca e naso, mentre solo i non vaccinati sono obbligati anche in questi luoghi a indossare la mascherina Ffp2. Infine, la validità del test antigenico (il tampone rapido) è stata ridotta da 48 a 24 ore.
Se il trend dei contagi e dei ricoveri non invertirà la rotta, però, a breve scatterà la fase 2, che entra in vigore automaticamente sette giorni dopo il superamento di un tasso di occupazione delle terapia intensiva del 15% (o 300 posti letto). Cosa cambia? Le persone non vaccinate non potranno più accedere ai locali notturni e ai grandi eventi senza posti a sedere con prenotazione. Per questi luoghi e attività scatterà infatti la regola 2G: potrà accedere solo chi presenterà un certificato di vaccinazione o di guarigione dal Covid. Inoltre, per accedere a tutti gli altri luoghi in cui vige l’obbligo di green pass tradizionale non sarà più sufficiente presentare un tampone fatto a casa: i test “fai da te” infatti non saranno più considerati validi.
Se il tasso di occupazione in intensiva sale al 20% o i posti letto occupati superano quota 400, scatta immediatamente la fase 3. Che in pratica coincide con lo stop ai tamponi rapidi. Per ottenere il green pass, se non si è vaccinati o guariti, servirà infatti obbligatoriamente aver fatto un tampone molecolare. Un ulteriore limitazione che riguarda di fatto solamente chi rifiuta l’immunizzazione contro il Covid. Le restrizioni aumentano definitivamente con il passaggio alla nuova fase 4 del piano (tasso al 25% o più di 500 posti occupati): la regola 3G viene definitivamente sostituita dalla regola 2G. In pratica, un tampone con esito negativo non darà più diritto al green pass.
Se l’Austria dovesse arrivare infine a superare i 600 posti letto occupati in terapia intensiva (o un tasso sopra il 30 per cento), ecco il blocco per i non vaccinati. È previsto un lockdown simile a quello sperimentato anche in Italia nella primavera 2020 e poi con le zone rosse. Per chi non è immunizzato, infatti, torneranno i limiti agli spostamenti e (sempre solo per loro) uscire di casa sarà consentito solo per andare a lavoro, fare la spesa o per altri casi eccezionali. Per le persone vaccinate, invece, le restrizioni resteranno sempre le stesse già in vigore attualmente in Austria: in pratica, l’obbligo di mascherina nei luoghi al chiuso.