Il boom dei tamponi trascina l’aumento dei nuovi casi rintracciati nell’ultima settimana rispetto alla precedente. Ma la risalita di ospedalizzazioni e ingressi in terapia intensiva rende necessaria almeno un’altra settimana per comprendere se l’inversione del trend dei contagi è imputabile solo alla corsa al testing, dovuta all’introduzione del Green pass sui luoghi di lavoro, oppure se esista anche una ripresa della circolazione virale. Si aprono quindi oggi 7 giorni importanti per sostanziare cause ed effetti dei dati registrati nei bollettini tra il 18 e il 24 ottobre. Numeri limpidi, che non lasciano spazio a dubbi: i nuovi positivi – che erano in calo da sette settimane – sono passati dai 17.602 accertati tra l’11 e il 17 ottobre ai 23.305 dei sette giorni successivi, un aumento pari al 32%. Che fa il paio con la crescita dei tamponi, passati da 2.393.249 a 3.324.669, pari a quasi li 40%. Si tratta in larga parte di antigenici rapidi, attraverso i quali – come sempre – si accertano però poche nuove positività. Nel frattempo, un altro indice – il tasso di positività dei molecolari – mostra un aumento, dal 2,3% al 3,1%.
Sarà necessario attendere i prossimi 7-15 giorni per comprendere se la tendenza a una ripresa della circolazione virale sia reale o l’aumento nei nuovi casi sia l’effetto visibile del maggior numero di tamponi effettuati, che in ogni caso consente di rintracciare un numero di contagiati che altrimenti sarebbe sfuggito ai radar. Gli esperti però guardano anche ad altri due indicatori che suggeriscono prudenza prima di imputare la crescita dei casi al solo aumento dei tamponi. Rispetto alla settimana precedente, nel corso dell’ultima si è registrata una ripresa anche del saldo tra ingressi-uscite nei reparti di area medica e delle ammissioni in terapia intensiva: nel primo caso si è passati da 265 posti letto occupati in meno a un aumento di 87, mentre per quanto riguarda gli ingressi in rianimazione si è passati dai 127 dell’11-17 ottobre ai 160 del 18-24.
“È certo che l’incremento dei tamponi possa aver influito sull’aumento dei casi ma c’è anche stata una salita leggera delle ospedalizzazioni quindi, come ci si aspetta in questa stagione, c’è una circolazione più intensa di tutti i virus respiratori e il Covid non fa eccezione”, spiega Giovanni Maga, direttore istituto genetica molecolare del Cnr. “Il quadro sarà più chiaro entro metà novembre – aggiunge – io mi aspetto che se continueremo con la campagna vaccinale l’impatto non sarà forte. Una ripresa importante non sembra essere all’orizzonte”. Il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro ha intanto spiegato nel corso di un convegno della Fondazione Scuola di sanità pubblica, come dai dati aggiornati al 21 ottobre risultino sequenziate in Italia 93 casi della sottovariante Delta AY.4.2, quella diventata ‘osservata speciale’ in Gran Bretagna, il Paese che ha depositato 15.201 sequenze di AY.4.2, cioè il 93,8% del totale di quelle registrate in Europa, che a loro volta pesano per il 99% sul totale mondo.