Il presidente M5s, mentre continuano i lavori per chiudere la manovra finanziaria, spinge perché sia riattivata la misura del suo esecutivo. E risponde alle critiche di Bonomi contro "le bandierine dei partiti": "Noi siamo concentrati su strumenti che consentano al Paese di ripartire". Pranzo con Letta, mentre Draghi vede Salvini
“Il governo riattivi il cashback”. Giuseppe Conte e il M5s, mentre il cantiere della manovra è ancora aperto, prendono posizione su uno dei provvedimenti principali dell’esecutivo giallorosso. Mentre le trattative per chiudere la manovra finanziaria sono ancora in corso e dopo aver ribadito già due volte negli ultimi giorni che la fiducia a Draghi “non è in bianco”, il presidente 5 stelle spinge perché venga considerato il reintegro della misura. “Può essere rivista ma è essenziale per contrastare l’evasione e incrementare i pagamenti digitali e quindi i consumi a beneficio dei negozi delle nostre città: il Politecnico di Milano nei primi sei mesi dell’anno ha registrato un più 41% di pagamenti digitali“, ha scritto su Facebook. Chi ha usato toni ancora più netti è stato, in serata, uno dei neo vicepresidente M5s Michele Gubitosa: “Ora il Presidente Draghi rispetti gli impegni presi in Consiglio dei ministri”, ha dichiarato, “il cashback riparta dopo la sospensione, con gli opportuni aggiustamenti. Come ha detto il presidente Giuseppe Conte pretendiamo chiarezza sull’impegno che era stato preso da Palazzo Chigi” e “la lotta all’evasione non è una bandierina del M5S, dovrebbe essere la bandiera di tutti”. Intanto oggi Conte ha pranzato con il segretario del Pd, Enrico Letta, fanno sapere dal Nazareno, i temi affrontati sono stati le amministrative, ma soprattutto la legge di Bilancio. Draghi invece, che domani martedì 26 settembre vedrà i sindacati alle 18, ha ricevuto Matteo Salvini. Tra i nodi da affrontare infatti anche il superamento di quota 100.
Il post di Conte su Facebook – L’intervento di Conte è arrivato nel primo pomeriggio. E ha voluto replicare al presidente di Confindustria Carlo Bonomi che oggi, parlando davanti agli industriali, ha ribadito il suo malumore per i partiti “che mettono le bandierine” sulla manovra. L’ex premier su Facebook ha dichiarato: “Sono d’accordo con lui. Il M5s è già da tempo concentrato su strumenti che consentano al Paese di ripartire”, ha detto.
Il presidente M5s ha quindi rilanciato altri dei temi fondamentali per il Movimento come “la centralità del Superbonus, del Reddito di cittadinanza, il cashback, il salario minimo, il taglio del cuneo fiscale e il no al ritorno della legge Fornero. “È il tempo di darsi da fare”, ha scritto. “Noi abbiamo scelto da tempo la concretezza”. E in particolare: “È il momento del Superbonus, ideato dal Movimento 5 Stelle, che contribuisce per 12 miliardi l’anno al Pil e per oltre 150mila unità all’incremento dell’occupazione. È il tempo dei miglioramenti che abbiamo proposto sul lato delle politiche attive del Reddito di cittadinanza, che resta un sostegno irrinunciabile per cittadini che vogliono formarsi e tornare sul mercato del lavoro, famiglie in difficoltà, lavoratori sottopagati, soggetti fragili”. Inoltre, ha concluso, “è il tempo di tagliare le tasse e continuare ad aumentare gli stipendi, con salario minimo e interventi sul cuneo fiscale. Il momento di graduare i prepensionamenti in base alla gravosità dei lavori evitando un ritorno alla Legge Fornero”.
Proprio il cashback rischia di creare molti malumori dentro l’esecutivo. “Se i 4,7 miliardi stanziati da Conte per il cashback fossero stati indirizzati alla riduzione del carico fiscale”, ha detto il deputato Fi Luca Squeri, “oggi saremmo già un passo avanti. Una cosa è certa: non ne faremo due indietro continuando a buttare risorse al vento per far contento il leader grillino”.
Le trattative sulla manovra – Il consiglio dei ministri dovrebbe essere convocato giovedì e Mario Draghi ha convocato per domani martedì pomeriggio alle 18 i sindacati. Le prossime ore serviranno a trovare, con la maggioranza e con le parti sociali, una difficile intesa sui tanti nodi ancora da sciogliere, a partire dal meccanismo per superare Quota 100. Un tavolo con i sindacati, che hanno già bocciato la proposta del governo sulle pensioni, e una riunione della cabina di regia dovrebbero precedere l’approdo della manovra in Cdm. Matteo Salvini, che con Silvio Berlusconi riunirà i ministri di Lega e Fi sulla manovra, si dice pronto a incontrare Draghi per affrontare i temi aperti. E un colloquio, secondo fonti parlamentari, potrebbe esserci anche con il leader M5s Giuseppe Conte, che preme per la proroga (ad oggi non prevista) del ‘suo’ cashback. Per tutto il weekend è andato avanti il lavoro dei tecnici, con contatti informali con i ‘luogotenenti’ dei partiti. Il nodo resta quello delle risorse, perché per aumentare (si parla di circa un miliardo) i fondi della manovra, bisogna trovarli o toglierli altrove. Ancora da definire è anche il capitolo del taglio delle tasse, tanto spinoso che la decisione potrebbe essere rinviata all’iter parlamentare della manovra: Draghi e Franco vorrebbero destinare gli 8 miliardi disponibili a tagliare il cuneo per i lavoratori, ma centrodestra e imprese insistono per cancellare o almeno ridurre l’Irap. Sul capitolo dei bonus si annuncia un’altra battaglia. Perché l’estensione al 2023 dell’incentivo al 110% non solo per i condomini ma anche per le villette, come chiedono tutti i partiti, avrebbe costi troppo elevati, secondo le stime del governo. Non è escluso che alla fine venga concessa una proroga di pochi mesi – da giugno a dicembre 2022 – anche per le abitazioni unifamiliari, ma le perplessità dell’esecutivo restano, visto che la misura nel lungo periodo è insostenibile e la ripresa dell’economia la rende meno essenziale a spingere il settore edile. Un’altra delle proposte è quella di mettere un tetto di reddito per permettere una proroga dell’incentivo al 110% anche per case singole, ville e villette da inserire in manovra.