"Il rischio di inquinamento atmosferico è pressoché terminato - ha spiegato il primo cittadino - ma resta quello idrico". Nelle prime fasi del rogo, la sostanza tossica - utilizzata per la lavorazione dell'oro - ha quasi sicuramente raggiunto il corso d'acqua
“Non usare l’acqua del Canale della Chiana. Potrebbe essere contaminata dal cianuro”. È questa la raccomandazione del sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli, dopo l’incendio che ha distrutto parte della ditta Formelli. Al momento è in corso la bonifica dell’area – nella periferia sud della città – dove sorgeva l’azienda orafa. I vigili del fuoco nella notte sono riusciti ad estinguere, insieme alle fiamme, anche la colonna di fumo nero sprigionata dal rogo. “Il rischio di inquinamento atmosferico si è diluito ed è pressoché terminato – ha spiegato il primo cittadino – ma resta quello idrico“.
L’incendio è scoppiato nel pomeriggio del 25 ottobre a causa di un corto circuito dell’impianto elettrico, secondo i proprietari. La ditta orafa, specializzata in galvanica, ha subito numerosi danni. Quattro dipendenti sono rimasti intossicati dalle esalazioni, ma le loro condizioni sono in rapido miglioramento. Per ora è considerato prematuro – fanno sapere le autorità e i titolari – qualsiasi discorso relativo alla riapertura dell’azienda.
Dopo l’allarme iniziale, non preoccupa più il pulviscolo – dannoso se respirato – diffuso nell’aria dal fumo. La Protezione civile e alcune ditte specializzate sono invece al lavoro per bonificare acque e fognature. I campioni prelevati dai tecnici dell’Arpat confermano che la situazione sta tornando alla normalità. L’allerta però rimane: “Sono state costruite due dighe di contenimento, la prima per spezzare il flusso delle acque di scolo della fogna, che poi va verso il canale maestro della Chiana, e che sicuramente contenevano cianuro” ha affermato ancora Ghinelli. Nelle prime fasi del rogo, la sostanza tossica – utilizzata per la lavorazione dell’oro – ha quasi sicuramente raggiunto il corso d’acqua, attraverso il sistema fognario. Quindi “la raccomandazione più importante resta quella di non usare le sue acque”
Foto di repertorio