di Paolo Di Falco
Negli ultimi giorni sembra essersi intensificata la campagna di riabilitazione, iniziata già da qualche mese, dell’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in vista delle prossime votazioni per la Presidenza della Repubblica considerata l’indisponibilità a ricandidarsi dell’attuale presidente Sergio Mattarella.
Ritornato sulla scena politica in veste di moderato, Berlusconi sta cercando in tutti i modi di farsi passare come ago della bilancia per la costruzione di un centrodestra moderato ed europeo: da una parte cerca di tenere a bada le ambizioni di una Lega smarrita tra governo e sovranisti e, dall’altra parte, una Giorgia Meloni che dall’opposizione con il suo Fratelli d’Italia, visti i sondaggi, aspira ad una posizione primaria all’interno della coalizione.
La discesa in campo di Silvio è stata inoltre avvantaggiata dal pessimo risultato delle Amministrative dove ai candidati di Forza Italia erano stati preferiti in molte città, come Roma, candidati proposti rispettivamente da Lega e Fratelli d’Italia quindi, insomma, dopo un tentativo di federazione del centrodestra che si era bloccato, adesso il pastore è ritornato e lo abbiamo già visto con l’incontro di pochi giorni fa a Villa Grande.
Considerando i due partiti più sovranisti che non si sono del tutto distaccati dal fiancheggiare i no vax o i movimenti di estrema destra, Silvio Berlusconi è stato così acclamato come una sorta di apostolo delle genti legittimato anche dal suo europeismo data la collocazione europea all’interno del partito popolare e, proprio per questo, candidato ideale per aspirare al ruolo di garante della nostra Costituzione. Peccato che, tutti le voci che stanno tessendo le sue lodi, hanno forse dimenticato tutti i disastri dei tre governi del paladino dei moderati (1994, 2001-06, 2008-11) che portarono al crollo del nostro Pil reale pro capite del 3,1% mentre persino quello della Grecia era in crescita.
Sotto il suo periodo di governo, per citare solamente qualche dato, i tagli che sono stati fatti alla scuola ammontavano a 8 miliardi e 13 milioni di euro con la cancellazione di ben 81.120 cattedre. Mentre si approvano norme, condannate persino da autorevoli esponenti della Conferenza Episcopale Italiana, che equiparavano il clandestino ad un delinquente (alla faccia dell’europeista che tiene a bada i sovranisti) e si istituivano ronde inutilissime sull’onda mediatica di qualche caso isolato, si tagliavano i fondi alle forze dell’ordine dove a mancare era la stessa benzina per le volanti. In totale i tagli sul personale hanno riguardato ben 7.900 cancellieri e 1.800 ufficiali giudiziari.
Ma, ovviamente, non finisce qui: avete forse dimenticato le famose leggi ad personam? Vi rinfresco un po’ la memoria: lodo Alfano, cos’è? Una legge sull’immunità per le alte cariche dello stato, dichiarata poi incostituzionale, fatta da Silvio per risolvere i propri problemi giudiziari e che gli ha consentito di stralciare la sua posizione nel processo a carico suo e di Davide Mills per corruzione in atti giudiziari. E poi, il moderato, con un decreto legge ha perfino salvato la sua villa in Costa Smeralda che dopo la scoperta di abusi edilizi, svelati il 6 maggio 2004 da La Nuova Sardegna, divenne improvvisamente “sede alternativa di massima sicurezza per l’incolumità del presidente del Consiglio e per la continuità dell’azione di governo” con il conseguente blocco delle indagini.
In totale le leggi ad personam sotto i suoi governi sono ben 38, tra cui una miriade fatte per salvare la sua Mediaset. La parabola dell’apostolo delle genti non finisce qui: se negli ultimi giorni a rete unificate è rimbalzata la sua assoluzione dal processo chiamato “Ruby ter” in cui era accusato di corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza, i processi a suo carico sono stati ben 31 che si vanno a sommare ai quattro ancora in corso.
Di tutti questi processi l’unico che si è chiuso con una condanna definitiva passata in giudicato è il processo Mediaset per frode fiscale, falso in bilancio e appropriazione indebita. Ben otto procedimenti sono andati in prescrizione e in due casi invece il procedimento è stato fermato dall’amnistia.
L’ultimo mito che ci resta da sfatare è quello “del gran comunicatore” perché come disse Nanni Moretti: “Può esserlo chiunque con tre televisioni”. Adesso, siete davvero convinti che il profilo di Silvio Berlusconi possa davvero ambire a ricoprire la presidenza della Repubblica? Come può essere adeguata a rappresentare la nostra Nazione una persona che durante il suo periodo di governo ha cercato in tutti i modi, tra leggi ad personam e monopolio televisivo, di picconare la nostra Repubblica?