“Mi sono soltanto difeso. Stavo tornando dal lavoro nella mia villetta con mio figlio e quando sono entrato in casa ho sentito dei rumori. Ho capito che c’era qualcuno al piano superiore e allora ho preso il fucile perché mi sono spaventato. Sono uscito di casa e mentre facevo il giro della villetta un uomo mi si è parato davanti. Impugnava una pistola, me l’ha puntata contro e a quel punto ho sparato“. È questa la versione di Sandro Fiorelli, il tabaccaio si Santopadre, in provincia di Frosinone, che nella serata di lunedì 25 ottobre ha sparato uccidendo un 34enne romano sorpreso a rubare in casa sua. Secondo quanto riferisce il Corriere della Sera, durante l’interrogatorio nella caserma dei carabinieri ha ricostruito quanto accaduto spiegando che il ladro non era solo “ma quando ha capito che in casa era entrato qualcuno, è uscito dalla porta finestra del piano superiore che consente di uscire, ed evidentemente voleva scappare, ma quando mi ha visto stava per fare fuoco e invece io ho sparato per difendermi”.
La sua testimonianza è ora al vaglio degli inquirenti che dovranno ricostruire con le perizie balistiche e i racconti degli altri testimoni come sono andate davvero le cose per accertare se si è trattato di legittima difesa o se invece ci sia stato un eccesso colposo di legittima difesa. In questo secondo caso la posizione giudiziaria di Fiorelli si aggraverebbe, con conseguenze penali ben diverse. Intanto si attende l’esito dei primi accertamenti per stabilire quale sarà la posizione del tabaccaio: la Procura di Frosinone potrebbe infatti stabilirne il fermo oppure lasciarlo libero, anche qualora gli venisse contestato l’eccesso colposo.