La nomina ha indignato i conservatori cattolici che hanno subito definito Sachs “il messia di aborto e contraccezione” perché sostiene che una delle chiavi dello sviluppo è la “riduzione dei tassi di fertilità”. Una scelta dirompente, dunque, destinata ad alimentare lo scontro interno alla Chiesa cattolica tra bergogliani e ratzingeriani
Papa Francesco di nuovo sotto attacco dei conservatori cattolici. Ad accendere lo scontro questa volta è la nomina del nuovo membro ordinario della Pontificia Accademia delle scienze sociali. Bergoglio ha scelto il professore Jeffrey David Sachs, direttore del Center for Sustainable Development della Columbia University a New York. Una nomina che ha indignato i conservatori cattolici che hanno subito definito Sachs “il messia di aborto e contraccezione” perché sostiene che una delle chiavi dello sviluppo è la “riduzione dei tassi di fertilità”. Una scelta dirompente, dunque, destinata ad alimentare lo scontro interno alla Chiesa cattolica tra bergogliani e ratzingeriani.
Anche perché i critici di Francesco sostengono da tempo che le sue posizioni, soprattutto sui temi etici, sono contrarie alla dottrina cattolica, e accusano il Papa di essere eretico, non riconoscendo di conseguenza il suo pontificato. “Sachs, ormai di casa in Vaticano, – scrive il giornalista Aldo Maria Valli, da sempre molto critico nei confronti di Bergoglio – ha più volte esortato a legalizzare l’aborto come un modo economicamente efficace per eliminare i bambini indesiderati quando la contraccezione fallisce e ha definito l’aborto come un’opzione valida, perché a basso rischio e costi contenuti. Ossessionato dal problema del sovraffollamento, è arrivato a sostenere che la legalizzazione dell’aborto va perseguita perché riduce significativamente il tasso di fertilità totale di un paese”.
Posizione condivisa dall’economista Benedetto Rocchi dell’Università di Firenze: “Affermare che dovrebbe essere ospite non troppo gradito perché è un abortista potrebbe sembrare un irrigidimento da cattolico intransigente, troppo concentrato sui principi non negoziabili. Il fatto però è che Sachs dovrebbe essere altrettanto indigesto anche al cattolico che preferisce essere più attento al sociale. Non è un caso che l’economista americano sia nel mirino di molta pubblicistica progressista, che giustamente riconosce in lui la più classica esemplificazione dello spirito del capitalismo”. E aggiunge: “Che cosa ci fa dunque Jeffrey Sachs in Vaticano? Non può piacere ai cattolici più conservatori e non può piacere neanche a quelli più innovatori. Viene da chiedersi se chi lo continua ad invitare abbia mai letto i suoi lavori. O se abbia mai letto la Laudato si’”, l’enciclica di Francesco dedicata alla cura del creato.
Da parte sua, il Papa è sempre stato molto chiaro: “L’aborto è più di un problema, l’aborto è un omicidio. Senza mezze parole: chi fa un aborto, uccide. Prendete voi qualsiasi libro di embriologia, di quelli che studiano gli studenti nelle facoltà di medicina. La terza settimana dal concepimento, tante volte prima che la mamma se ne accorga, tutti gli organi stanno già lì, tutti, anche il DNA. Non è una persona? È una vita umana, punto. E questa vita umana va rispettata. Questo principio è così chiaro, e a chi non può capirlo io farei due domande: è giusto uccidere una vita umana per risolvere un problema? Scientificamente è una vita umana. Seconda domanda: è giusto affittare un sicario per risolvere un problema?”. E ha aggiunto: “Per questo la Chiesa è così dura su questo argomento, perché, se accetta questo, è come se accettasse l’omicidio quotidiano”.
Il New York Times ha definito Sachs “probabilmente il più importante economista al mondo” e Time lo ha inserito nella lista dei cento leader mondiali più influenti. È stato anche consigliere dell’allora segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Hannan per lo sviluppo dei Paesi del Terzo Mondo. Nel 2005 ha dato alle stampe il suo bestseller, con la prefazione di Bono, intitolato La fine della povertà. Come i Paesi ricchi potrebbero eliminare definitivamente la miseria dal pianeta. La tesi del professore è chiara: ogni 24 ore muoiono nel mondo 20mila persone a causa delle condizioni di totale indigenza in cui conducono la propria vita. Centinaia di milioni di uomini e donne lottano quotidianamente contro la fame e le malattie, mentre i Paesi ricchi aumentano di giorno in giorno la loro ricchezza e il loro dominio sul pianeta. Sachs crede sia possibile debellare la povertà, almeno nelle sue forme più estreme, entro il 2025 e con essa risolvere parte dei problemi ambientali che affliggono il pianeta. Una tesi che ha trovato totale condivisione in Bergoglio da sempre impegnato in questa direzione: “Produciamo cibo a sufficienza per tutti, ma molti rimangono senza il pane quotidiano. Questo costituisce un vero scandalo, un crimine che viola i diritti umani fondamentali”.
Twitter: @FrancescoGrana