La guardia costiera greca è intervenuta col supporto di una nave Nato, due elicotteri e diverse altre imbarcazioni ed è riuscita a portare in salvo 22 persone, 14 uomini, sette donne e un bambino. Secondo l'Alto Commissariato per i Rifugiati, quest'anno più di 2.500 persone hanno attraversato il Mar Egeo dalla Turchia, contro le 9.700 del 2020
Quattro bambini sono morti annegati nel mar Egeo al largo dell’isola greca di Chios. Erano a bordo di un barcone sovraccarico, salpato dalla costa turca nonostante il forte vento e il mare agitato. Un uomo che viaggiava con loro risulta al momento scomparso.
Ricevuto l’allarme, la guardia costiera greca è intervenuta col supporto di una nave Nato, due elicotteri e diverse altre imbarcazioni, riuscendo a portare in salvo 22 persone, 14 uomini, sette donne e un bambino. Ora sono in buone condizioni e sono stati trasferiti nel porto di Chios. Lo fanno sapere i soccorritori. Il ministro delle Migrazioni greco, Notis Mitarachi, in un tweet ha confermato invece la morte dei quattro bambini e ha fatto sapere che avevano un’età compresa fra i tre e i 14 anni. Lo stesso ministro ha accusato le autorità turche che “devono fare di più per prevenire lo sfruttamento dei migranti da parte di bande criminali alla partenza. Questi attraversamenti non dovrebbero nemmeno poter avvenire”.
Secondo l’Alto Commissariato per i Rifugiati, quest’anno più di 2.500 persone hanno attraversato il Mar Egeo dalla Turchia, contro le 9.700 del 2020, anno per il quale l’Unhcr ha identificato più di 100 morti o dispersi. Nessuno dei migranti a bordo dell’imbarcazione naufragata il 26 ottobre aveva il giubbotto salvagente. Lo stesso era accaduto nel naufragio in cui nel settembre 2015 morì il piccolo Aylan Kurdi, il bimbo siriano di tre anni, divenuto un simbolo della crisi europea dei migranti in seguito alla diffusione dell’iconica foto scattata al ritrovamento del suo corpo senza vita su una spiaggia turca. In un altro salvataggio, questa volta a largo delle coste calabresi, sono stati portati oggi in salvo altri 50 migranti, in prevalenza di origine afghana, che erano a bordo di una barca a vela in balia di un mare forza 7. Le motovedette della Guardia costiera l’hanno raggiunta a poche miglia da Roccella Ionica e hanno portato in salvo i profughi sbarcandoli al porto di Reggio Calabria.
Medici senza frontiere, che gestisce la nave umanitaria Geo Barents, attualmente a poche miglia dalle coste della Sicilia centro-meridionale, ha lanciato un appello all’Italia: “Ci sono 367 persone a bordo che hanno attraversato esperienze strazianti e ora devono anche affrontare un uragano. Chiediamo con urgenza alle autorità italiane di darci un porto sicuro“.