L'iniziativa ha fatto storcere il naso a molti: la prima pietra arriva da Iacopo Jacoboni, che la definisce "una sciagura" e ci accusa di poco tatto. Il senatore di Forza Italia Cangini ci dà degli ipocriti citando una frase di Beppe Grillo del 2012, mentre il Secolo d'Italia si spinge a ipotizzare contorte manovre politiche. La nostra risposta è una sola: invitare ancora una volta i lettori a firmare su change.org
“Una sciagura“, un'”ipocrisia”, persino un “giallo” che nasconde strategie inconfessabili: la petizione lanciata dal Fatto Quotidiano – e firmata da oltre trentamila persone in poche ore – per la candidatura di Liliana Segre al Quirinale ha fatto storcere il naso a molti. Un malcelato fastidio per il fatto che a esporsi per la senatrice a vita sopravvissuta alla Shoah sia un giornale “nemico“, ritenuto – evidentemente – non degno di combattere questa nobile battaglia. E quindi via alla delegittimazione condita con un pizzico di snobismo: di buon mattino la prima pietra è quella della firma de La Stampa Jacopo Iacoboni, che ci accusa, in sostanza, di poco tatto. “Liliana Segre era una meravigliosa candidata naturale alla presidenza della Repubblica. Il suo nome era già riservatamente all’attenzione (non è specificato di chi, ndr)”, twitta col sussiego di chi certe cose le sa. Per concludere: “È una sciagura che il Fatto la lanci oggi come sua candidata”. Insomma, va bene volere la Segre, basta non dirlo troppo forte (e che lo dicano solo quelli giusti). E se non sarà lei la nuova inquilina del Colle, Iacoboni sa già a chi dare la colpa.
Liliana Segre era una meravigliosa candidata naturale alla presidenza della Repubblica. Il suo nome era già riservatamente all’attenzione.
È una sciagura che Il Fatto la lanci oggi come sua candidata. pic.twitter.com/9LWLS7zBUT
— jacopo iacoboni (@jacopo_iacoboni) October 26, 2021
Ci va giù pesante anche un altro giornalista, in questo caso prestato alla politica. Andrea Cangini, già direttore del Quotidiano Nazionale e dal 2018 senatore di Forza Italia, mette in dubbio la coerenza del Fatto nel lanciare la campagna, che a suo dire “ha l’odore acre dell’ipocrisia“. Perché? Tenetevi forte: per una frase di Beppe Grillo nel 2012, quando il fondatore M5s lanciò sul proprio blog un sondaggio per chiedere l’eliminazione della carica dei senatori a vita, che “non muoiono mai, o almeno muoiono molto più tardi”, scrisse (una frase che gli attirò addosso una montagna di polemiche). Ecco: secondo il Cangini-pensiero, queste parole di nove anni fa – di Beppe Grillo, non del Fatto – rendono ipocrita l’auspicio di vedere la senatrice Segre al Colle al posto di Silvio Berlusconi, pregiudicato fondatore di Forza Italia. Un sillogismo così spericolato che è persino difficile da commentare (e infatti il tweet del senatore azzurro rimane pressoché ignorato).
È vero che Beppe Grillo non le ha dato di “vecchia puttana” come fece con la Montalcini, limitandosi a lamentare che certi senatori a vita “non muoiono mai”, ma la campagna del #Fatto di Marco #Travaglio per #LilianaSegre presidente della Repubblica ha l’odore acre dell’ipocrisia
— Andrea Cangini (@andrea_cangini) October 26, 2021