Ribadito il carcere anche per l'ex Nar Luigi Aronica, Salvatore Lubrano e Pamela Testa. Torna in libertà Biagio Passaro, leader di Io apro. Le accuse, a seconda delle posizioni, sono di istigazione a delinquere, devastazione e resistenza
Restano in carcere Giuliano Castellino e Roberto Fiore, leader di Forza Nuova, arrestati per l’irruzione nella sede della Cgil il 9 ottobre scorso durante la manifestazione a Roma dei No Green pass. Lo hanno deciso i giudici del Tribunale del Riesame di Roma respingendo le istanze di scarcerazione presentate dagli avvocati. Ribadito il carcere anche per l’ex Nar Luigi Aronica, Salvatore Lubrano e Pamela Testa. Torna in libertà invece Biagio Passaro, leader di Io apro. Le accuse mosse dalla pm Gianfederica Dito, a seconda delle posizioni, sono di istigazione a delinquere, devastazione e resistenza.
Dopo l’udienza di convalida degli arresti, la giudice per le indagini preliminari Annalisa Marzano aveva spiegato che Fiore “non si espone nei comizi, non collabora alla devastazione dei locali del sindacato, ma organizza la manifestazione, dirige i cortei, ne stabilisce i percorsi, tratta e parla con le forze dell’ordine e decide finanche quando l’azione criminosa deve cessare”. In altre parole: il leader di Forza Nuova “organizza, pianifica, sollecita, idealizza, istiga ma concretamente ‘non si sporca le mani'”.
Per quanto riguarda invece il leader romano di Forza Nuova Castellino, la giudice aveva spiegato che “la persistenza nel proposito criminoso, l’uso della violenza e il grave pericolo all’ordine pubblico appaiono sintomatici di una personalità prepotente, aggressiva, incapace di controllare gli impulsi violenti e soprattutto priva di qualsivoglia remora”. I comportamenti e gli atteggiamenti “provocatori assunti sia nel web” da Castellino “sia nelle varie manifestazioni di piazza, spesso da lui organizzate, come nelle recenti vicende che lo hanno visto presente attivamente in diverse iniziative dai risvolti anche violenti e provocatori, evidenziano il suo assoluto disinteresse per la legalità e la totale incapacità di adeguarsi alle regole e a rispettare le leggi”.
In una lettera inviata all’Adnkronos negli scorsi giorni, Castellino aveva fornito la sua versione dei fatti sostenendo che “né io né i miei coimputati, né nessuno degli organizzatori della manifestazione del 9 ottobre aveva intenzione di ‘assaltare’, uso il termine usato dei media, la Cgil”. Parole che suonano singolari se affiancate al video, ormai di dominio pubblico, in cui lo stesso Castellino aizza la folla in piazza del Popolo: “Sapete oggi gli italiani liberi cosa fanno? Vanno ad assediare la Cgil. Oggi noi andiamo ad assediare la Cgil. Oggi noi partiamo, ora, in corteo e andiamo a prenderci la Cgil. Andiamo a prenderci tutto quello che è nostro”. Anche nella richiesta di convalida del fermo la procura scriveva che il leader romano di Forza Nuova espresse la propria minaccia a un poliziotto: “Portateci da Landini o lo andiamo a prendere noi”. I manifestanti, scrivevano i pm di Roma, volevano distruggere la sede di una “istituzione costituzionalmente rilevante” come il più antico sindacato italiano.