“Renzi lavora per un nuovo centro? Lui veramente lui sta facendo dell’altro: si dedica a tante cose, come il business. Viene sempre richiamato Renzi, ma attorno a questa ipotesi di centro ci sono Calenda, Brunetta e altri. Il punto è che si sentono incoraggiati da un establishment che si descrive e che si pensa come élite. No, non è élite. È establishment“. Sono le parole del deputato di LeU, Pier Luigi Bersani, ospite di “Dimartedì” (La7).
L’ex segretario dem spiega: “L’establishment che si ritiene élite è chi ha in mano il pallino e si vende come quello che ha l’autorevolezza, la cultura, il prestigio. Ovviamente non mi riferisco né a Calenda, né a Brunetta, né a Draghi, ma a un pezzo importante della borghesia italiana, che, avendo in mano potere, business e giornali, pensa sempre di dirigere il traffico. L’élite capisce cos’è il popolo, non si rinchiude nell’establishment. Allora, ragazzi, il popolo non è sporco e cattivo. Non pensiamo che ci siano i saggi contro i populisti, i sovranisti e gli idioti. A proposito del governo dei saggi, ricordo che già Platone ci provò ma finì malamente col tiranno Dionisio. E, senza offesa, credo che Platone avesse più titoli di Calenda e di Brunetta per cercare di fare questa operazione. Non si può”.
E conclude: “L’idea descritta onestamente da Brunetta e da Calenda non è praticabile. Non perdiamo tempo su questo. Il Paese ha un sacco di problemi. Qui c’è un campo di centrodestra e un campo di centrosinistra, che civilmente devono competere per tenere in piedi questo Paese: un campo progressista con una ricomposizione delle varie sinistre e con un’alleanza col M5s, da una parte. E un centrodestra che mi auguro possa prendere una piega liberale, conservatrice ed europea”.