Ne ha parlato all'agenzia Ansa. Nella sua opinione l'Italia è un caso particolare: "L’unico tra i paesi fondatori della Ue a non avere una legge contro la omotransfobia a causa di una classe politica in parte asservita al Vaticano"
Secondo Franco Grillini, una delle principali figure di riferimento in Italia nella lotta per i diritti Lgbt+, lo stop al ddl Zan in Senato è “un arresto momentaneo”. Ne ha parlato all’agenzia Ansa: “È da 28 anni che cerchiamo di dotare il nostro ordinamento di una norma a tutela delle persone lgbt. Già dal ’93, quando ero presidente dell’Arcigay, provammo a modificare la legge Mancino nella parte relativa all’orientamento sessuale. Siamo molto delusi da questo voto e dall’incapacità del Parlamento di seguire la strada imboccata dagli altri paesi dell’Europa Occidentale, che hanno adottato norme spesso volute da parlamenti a maggioranza di destra”.
Per Grillini il Parlamento è profondamente distante dal sentire del Paese. “Il sostegno del Paese lo percepiamo con la partecipazione ai pride: nel 2019 abbiamo organizzato 41 pride con un milione di persone presenti, non tutte ovviamente omosessuali. La distanza con il Paese salta agli occhi, lo dicono anche i sondaggi, persino l’elettorato di destra è favorevole”. Secondo l’attivista “L’Italia è un caso particolare. L’unico tra i paesi fondatori della Ue a non avere una legge contro la omotransfobia a causa di una classe politica in parte asservita al Vaticano, che con una nota molto violenta di monsignor Gallagher ha dato copertura al fronte che non voleva nessuna legge. Questa storia della ricerca di una mediazione è stata un bluff, la destra voleva solo affossare la legge, altrimenti non avrebbe presentato la tagliola. Con questa destra non si può discutere, come si fa a discutere con ti vuole uccidere?”. Ci sono anche altri fattori, per esempio il clima elettorale per la presidenza della Repubblica, che secondo Grillini “Non ha aiutato, perché Berlusconi ci prova e Forza Italia si è sdraiata sulle posizioni dei sovranisti. C’è una destra combattamente omofoba, e, ahimè, uno smottamento di un pezzo del centrosinistra che grazie al voto segreto, con vigliaccheria, si è schierato contro. Contestiamo il voto segreto deciso da Casellati, perché si discuteva di questioni procedurali e non del merito e il voto segreto su questioni procedurali non si è mai visto”.
Alla Festa del Cinema di Roma è stato presentato il documentario Let’s Kiss – Franco Grillini Storia di una rivoluzione gentile, che arriverà da fine ottobre con una rete di proiezioni in 150 sale e più avanti su Sky. “Ieri lo abbiamo proiettato a Bologna, con la sala strapiena e gli amici di una vita – racconta -. Il film è stato accolto benissimo: oltre che la mia storia personale, racconta 40 anni di battaglie per i diritti civili. Penso che in riferimento a quanto accaduto oggi, si debba parlare banalmente di una battuta d’arresto. Le leggi in questo campo passano o a colpi di fiducia o con referendum. E con i referendum sui diritti civili del prossimo anno si misurerà la distanza del Parlamento con il Paese. È il governo, a questo punto, che deve cercare di applicare le norme e faremo appello alla magistratura affinché si faccia guidare da un’idea estensiva della legge Mancino, perché la gente denuncia di più e sono numerosi i procedimenti aperti: occorre applicare la normativa anche ai reati commessi in base a motivazioni legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere”.