Verso lo stop definitivo al Cashback. Questa l’intenzione del governo Draghi, emersa nel corso della cabina di regia sulla manovra in vista del Consiglio dei ministri di giovedì. La misura, partita lo scorso gennaio, era stata sospesa nel secondo semestre 2021 tra le polemiche del Movimento 5 Stelle e del Pd, che però avevano ottenuto la promessa di un ritorno del bonus anti evasione nel nuovo anno. La misura era infatti prevista anche per il primo semestre 2022 e aveva ancora a disposizione 1,5 miliardi. In questi giorni il leader M5s Giuseppe Conte aveva fatto ripetuti appelli per la ripresa del Cashback e anche il segretario Pd Enrico Letta aveva parlato di una “necessaria battaglia per il mantenimento dei bonus”. Invece, il premier Mario Draghi e il ministro dell’Economia Daniele Franco non hanno voluto cambiare idea, anzi hanno optato per la cancellazione anche nei primi 6 mesi dell’anno. Una proposta che probabilmente susciterà reazioni dalle componenti dem e pentastellate della maggioranza. “Non è mai stato in discussione”, dicono all’agenzia di stampa Ap da Palazzo Chigi.

Solo poche ore prima della cabina di regia, Conte ha difeso la sua misura come “efficace” contro l’evasione. “Il cashback è stato uno strumento molto efficace, il governo ha dichiarato di sospenderlo e poi evidentemente di riprenderlo a gennaio”, ha ricordato il presidente M5s. “Vogliamo cambiare nome, vogliamo trovare una misura comunque efficace in questa direzione? Ben venga, a noi interessa la lotta contro l’evasione“, ha aggiunto Conte. ” Se contrastiamo l’economia sommersa e incitiamo i pagamenti digitali – ha concluso – possiamo concretamente abbassare le tasse per tutti”.

Il governo aveva deciso a fine di giugno di cancellare il cashback per la seconda metà del 2021: il ministero dell’Economia aveva ammesso a ilfattoquotidiano.it di non avere effettuato una valutazione d’impatto aggiornata sugli effetti della misura. Poi, dopo le proteste di M5s e Pd, il decreto preparato da Palazzo Chigi aveva previsto non più una cancellazione tout court ma uno stop di 6 mesi. Anzi, Draghi aveva rassicurato sulla ripartenza del cashback e tranquillizzato dem e pentastellati sull’impegno per la lotta all’evasione, spiegando che il Mef avrebbe effettuato rilevazioni periodiche relative all’utilizzo degli strumenti di pagamento elettronici. Nel frattempo, dal Politecnico di Milano sono arrivati i primi dati sull’impatto della misura. Che sono molto positivi: nei primi sei mesi 2021 le transazioni digitali sono aumentate del 41% passando dai 2,3 miliardi dello stesso periodo 2020 (un dato simile a quello del 2019) a 3,2 miliardi. E le cifre transate sono salite del 23%, da 118 a 145,6 miliardi.

Verso l’ok alla manovra – La cancellazione del cashback però resta solo uno dei fronti aperti nel governo a poche ore dall’arrivo della legge di bilancio in Consiglio dei ministri. Le proposte arrivate dal governo nel corso della cabina di regia sono infatti destinate a provocare altri malumori. Sul tema pensioni Draghi ha messo sul tavolo l’ultima mediazione: Quota 102 solo per un anno, il 2022, in attesa di una riforma più organica da discutere probabilmente dopo la partita per il Colle. Più un fondo per traghettare i lavoratori penalizzati dai nuovi requisiti. La Lega, che per superare quota 100 chiedeva quota 41, ora abbozza, con Matteo Salvini che parla di “grande soddisfazione”. Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, l’idea è quella di una riduzione dell’assegno alla seconda proposta di lavoro rifiutata ma anche di prevedere per tutti gli occupabili un decalage che potrebbe scattare dopo 4-6 mesi. Il Movimento 5 Stelle, con il ministro Stefano Patuanelli, ha dato un sì condizionato riservandosi di rivedere lo schema. Viene invece rinviato il nodo delle tasse: si deciderà nell’iter parlamentare a cosa destinare gli 8 miliardi a disposizione.

Sono arrivati però anche il via libera alla proroga del Superbonus anche per le case monofamiliari, ma solo per sei mesi e per i proprietari con Isee fino a 25mila euro. Un’apertura, questa, che piace un po’ a tutti perché (a carissimo prezzo per le casse dello Stato) spinge l’economia attraverso il comparto edilizio. Il presidente M5S esulta: “Come avevamo chiesto la proroga del Superbonus sarà estesa anche alle unità monofamiliari – scrive su Twitter – La misura ideata dal M5S secondo le stime vale 12 miliardi di Pil e 150mila posti di lavoro l’anno. Significa crescita e sostenibilità”. Il bonus facciate caro al ministro Dario Franceschini, infine, dovrebbe essere rinnovato per tutto il 2022, ma la percentuale scenderebbe dal 90 al 60%.

Alla riunione presieduta dal premier hanno partecipato il ministro dell’Economia Daniele Franco e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli, i capi delegazione della maggioranza Giancarlo Giorgetti, Andrea Orlando, Roberto Speranza, Stefano Patuanelli, Mariastella Gelmini e Renato Brunetta, Elena Bonetti e i responsabili economici di ciascun partito. Il Pd ha chiesto di proseguire il dialogo con i sindacati, con cui martedì sera il governo è arrivato alla rottura respingendo al mittente le richieste di un’ennesima riforma complessiva del sistema pensionistico. Così si è interrotta anche la discussione su riforma fiscale e ammortizzatori.

In forse il ddl concorrenza – Draghi, dopo aver approvato il Decreto Recovery, intende incassare l’ok del Cdm giovedì anche sul ddl sulla concorrenza. “Lo approveremo entro fine ottobre”, era l’impegno. La strada, però, è in salita. L’accordo, dopo la riunione della cabina di regia, “non è ancora chiuso”. L’esame del testo, quindi, potrebbe slittare. I nodi riguardano le gestioni in house e le concessioni per i rifiuti. Non previste, invece, le misure che disciplinano le licenze per i balneari.

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