Si contano i danni il giorno dopo il nubifragio che ha colpito la Sicilia orientale causando la morte di almeno due persone (una donna risulta ancora dispersa). Il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio è volato a Catania per un vertice in Prefettura con le autorità del territorio e le strutture operative riunite nel Centro coordinamento soccorsi. “Sono caduti in alcuni casi fino a 600 millimetri di pioggia, eventi intesi che si sono imposti su un territorio che ha molte criticità”, ha detto in conferenza stampa. “Su cosa era possibile fare prima ne parleremo con calma. L’evento non è finito: ora c’è un momento di attenuazione, ma i nostri modelli meteo ci dicono che tornerà. Ci aspettano in queste aree ore complicate: ci attendiamo da giovedì-venerdì un peggioramento sensibile, l’orario non sono in grado di dirlo”. Il sindaco del capoluogo etneo, Salvo Pogliese, ha annunciato che le scuole e le attività commerciali non essenziali resteranno chiuse fino a venerdì compreso. “In 49 anni di vita vissuta in questa città – osserva – non avevo mai vissuto questo fenomeno. Sono stato nel centro storico e in alcuni quartieri periferici e non avevo mai visto immagini di devastazione simili. Fenomeni emergenziali che hanno determinato nel caso specifico millimetri di pioggia mai registrati”. La giunta regionale, riunita d’urgenza in città, ha deliberato lo stato d’emergenza e la richiesta al governo dello stato di calamità nazionale.

Il giorno dopo a Catania non piove più, ma l’attenzione resta alta: la Protezione civile regionale ha diffuso un avviso per rischio meteo-idrogeologico e idraulico valido sino alle 24. Sulla parte centro-orientale dell’isola è stata lanciata l’allerta arancione e sono previste “raffiche di burrasca forte o tempesta, forti mareggiate e precipitazioni, prevalentemente temporalesche, con rovesci di forte intensità e grandinate”. Si teme soprattutto in vista dell’arrivo, previsto da giovedì, di un ciclone in formazione tra la Sicilia e Malta che si teme possa assumere caratteristiche tropicali diventando un uragano mediterraneo già ribattezzato “MediCane (da mediterranean e hurricane). Il capo dello Stato Sergio Mattarella ha telefonato in mattinata al sindaco Pogliese per avere informazioni sull’emergenza e per esprimere vicinanza alla città. Anche il presidente del Consiglio Mario Draghi “è in costante contatto” con la Protezione civile “per monitorare gli sviluppi dell’emergenza dovuta al maltempo ed “esprime vicinanza alle popolazioni colpite e cordoglio per le vittime dei nubifragi di questi ultimi giorni”, fa sapere una nota di palazzo Chigi.

L’alluvione ha danneggiato in particolare il Palazzo di giustizia del capoluogo etneo: sia la sede centrale di piazza Giovanni Verga sia gli uffici distaccati di via Giuseppe Crispi sono invasi dall’acqua. Nel “day after” del disastro il Comando provinciale dei Vigili del fuoco fa sapere che sono quasi duecento gli interventi di soccorso già effettuati nelle ultime 24 ore a Catania e provincia, altri duecento e oltre quelli in attesa: nella notte sono arrivati in rinforzo 31 uomini dalla Puglia. Sono in corso le ricerche della donna che risulta ancora dispersa sul territorio del comune di Scordia, con l’ausilio di unità dei Vigili del fuoco specializzate nella Topografia applicata al soccorso (Tas), di unità cinofile, di movimento terra e droni. Nella tarda serata di martedì, personale della Protezione civile regionale ha recuperato duecento persone che erano rimasti bloccati ai Maas (i mercati all’ingrosso) di Catania per partecipare a un concorso pubblico, poi sospeso. Liberato dai detriti e dall’acqua anche l’ingresso dell’ospedale Garibaldi Nesima. “Sono state ore drammatiche, che personalmente non avevo mai vissuto prima d’ora. Un fiume d’acqua che entrava dall’esterno direttamente nella hall dell’ospedale, allagando i tre piani sotterranei”, ripercorre all’AdnKronos il dg della struttura Fabrizio De Nicola.

Il presidente della Regione Nello Musumeci ha disposto la chiusura, nei giorni di mercoledì e giovedì, degli uffici regionali a Catania e provincia: restano aperti solo quelli che erogano servizi essenziali. “Atroci sono le immagini che raccontano come si possa morire travolti dall’acqua. La Sicilia orientale sta vivendo un fenomeno che temiamo, purtroppo, sarà sempre meno sporadico, con scenari tragici destinati a ripetersi”, dice Musumeci, chiedendo “interventi straordinari che solo l’Unione europea può mettere in campo” e “decisioni coraggiose e ormai indifferibili di G20 e Cop26″, senza le quali “ci ritroveremo periodicamente a contare danni e, Dio non lo voglia, altre vittime”. E nel pomeriggio ribadisce: “La Sicilia ha bisogno di una legge speciale per la lotta alle frane e al dissesto idrogeologico per almeno tre miliardi di euro. L’Ue non può non prendere atto del cambiamento climatico e di questa realtà. Quelli che abbiamo visto in queste ore non sono più episodi sporadici. Non è più tempo di tavoli, bisogna passare alla fase concreta, responsabilizzando gli Stati membri perché in ogni Comune che sta alla fine di un pendio, con alle spalle una montagna, arriveranno fiumi e fiumi di acqua“.

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