“Potevamo eguagliare il record mondiale, ma non è successo”. No, non è successo, e il fatto che venga detto quasi con rammarico la dice lunga su cosa sia l’Altilia Samnium. Squadra di calcio, Eccellenza Molisana, il record mondiale è quello delle sconfitte consecutive. Il presidente è Federico Forgione, e sembra essere uscito da una commedia all’italiana anni ’80: se c’è una squadra che è l’emblema del pallone pane e mortadella è la sua infatti. “Sì, avevamo fatto 54 sconfitte consecutive, poi abbiamo vinto contro il Campobasso 1919, peraltro allenata da un mister che avrei voluto prendere per noi, nemesi (ride). Qualcuno mi ha anche chiamato per dire che era un peccato: a 58 o 59 sconfitte consecutive c’è il record mondiale, che mi pare appartenga a una squadra dell’Ecuador… ho risposto che sarà per un’altra volta. Intanto dopo quella vittoria abbiamo ripreso le buone vecchie abitudini, perdendone altre tre consecutive”.
Potrebbe sembrare l’esegesi della sconfitta e a tratti lo è, ma c’è anche molto altro dietro l’Altilia Samnium: “Praticamente – racconta Forgione – avevo un’altra squadra, poi ho ceduto il titolo perché ho trovato debiti pregressi alla mia gestione e quindi ho fondato un’altra squadra chiamandola Altilia Samnium: Altilia è una vecchia città romana cui sono legatissimo e Samnium perché siamo sanniti, e l’ho iscritta alla prima categoria molisana, di lì ho fatto domanda di ripescaggio per l’eccellenza e infatti qui giochiamo. Perché perdiamo sempre? Perché io seguo il fair play finanziario: per me il calciatore offre una prestazione lavorativa a tutti gli effetti, e dunque offro un gettone di presenza che va dai 10 ai 25 euro, nulla di che, ma pago tutto e regolarmente…se vengono a giocare, se restano a casa naturalmente non pago nulla. Così non ho debiti e sono virtuoso: la realtà dice che in molti altri casi si allestiscono squadre da centinaia di migliaia di euro l’anno…che poi scompaiono. Sono un esempio da questo punto di vista, me lo dicono anche i vertici della Federazione: non ho debiti, pago tutto, poco ma tutto, e così resisto. E per me sono meglio cento anni da pecora che un giorno da leone“.
Resta che si perde sempre però: “Noi non facciamo allenamento, non abbiamo allenatore, siamo una squadra sessantottina: l’unica regola è che dentro non voglio fascisti, razzisti e gentaglia di questo tipo. Qualche volta per fare le trasferte andiamo in ritiro: l’ultima volta siamo andati a Castel Di Sangro, ma si è trasformata in una gita scolastica… infatti dopo cena erano tutti in giro per le strade di Castel Di Sangro a festeggiare… e il giorno dopo abbiamo perso 4 a 1”. Domeniche bestiali, e pure i sabati prima dunque, col risultato che il non prendersi troppo sul serio che è un pilastro di questa rubrica qui viene dribblato e sparato nel sette: “Le nostre formazioni le decidiamo a tavola davanti a un piatto di spaghetti. I miei giocatori sono una banda di ragazzotti di 18, 19 e 20 anni… le uniche eccezioni sono due o tre “vecchietti”, tra cui il capitano Railton cui abbiamo concesso una deroga pure per le idee politiche, perché è un bravo ragazzo. Non si scocciano di dover perdere sempre? No, ci divertiamo: lo stare insieme è superiore alla voglia di vincere e l’Altilia Samnium è una squadra da reality ormai, da guardare per le dinamiche che si sono innescate”. E sì, poi si perde sempre, e Forgione qui mostra che in fin dei conti la squadra manifesto del pallone pane e mortadella è a sua immagine e somiglianza: “Certo, è chiaro: io coi miei gettoni di presenza pago tutto, non lascio debiti, ma per mole di investimento non posso competere con chi fa l’Eccellenza, che richiederebbe altre cifre… e perdiamo sempre. Poi retrocediamo? Sì, ma mentre io sono accorto altri sperperano e scompaiono, quindi se retrocediamo facciamo un’altra domanda di ripescaggio e la otteniamo… e siamo sempre lì”. Magari correndo per un altro record: l’Ecuador è avvisato.