La nota attrice americana racconta i momenti che hanno preceduto la nascita di Apple, la sua prima figlia, avuta dalla storia d'amore con Chris Martin, il frontman dei Coldplay. Poi, una lunga riflessione sull'attuale società, sui social network e sulle trasformazioni del corpo delle donne che partoriscono: "Oggi pare che tutte, due settimane dopo aver partorito, debbano avere gli addominali scolpiti e che sia tu sbagliata, se invece non li hai"
Ospite del podcast di Spotify Armchair Expert, Gwyneth Paltrow ha parlato (anche) del parto della sua prima figlia, Apple. Il premio Oscar per Shakespeare in love, che ha avuto due figli dall’ex marito Chris Martin – Moses (15 anni) e Apple (17 anni) – si è lasciata andare ad una rivelazione intima ed inaspettata. “Quando è nata Apple è stato spaventoso, stavo quasi per morire”, ha confessato. E poi ha raccontato: “Entrambe le gravidanze sono finite con un cesareo, ma la prima è stata un’emergenza. È successo tutto di corsa, stavo malissimo, ho davvero rischiato la vita”. E ancora ha aggiunto: “Dopo il parto ero lì che mi osservavo, notavo i cambiamenti ma soprattutto guardavo quella cicatrice, né bella né brutta, ma lì, nuova: prima non c’era e ora era parte di me, e lo sarebbe stata per sempre”.
Le sue dichiarazioni, riportate tra gli altri da Page Six, stanno facendo il giro del web. A queste si è poi aggiunta una lunga riflessione sulle trasformazioni del corpo, le nuove forme e i nuovi segni che una donna che partorisce si trovare ad affrontare. “Ringrazio il cielo che quando sono nati i miei figli non ci fossero ancora i social network – ha detto nella stessa intervista – oggi pare che tutte, due settimane dopo aver partorito, debbano avere gli addominali scolpiti e che sia tu sbagliata se invece non li hai. Ma quel che c’è di sbagliato è questo modo di vedere le cose: dico bravissima a chi riesce a mostrare la ‘tartaruga’ così presto, ma è giusto ricordare che si tratta di un’eccezione, non della normalità”. Infine la 49enne ha concluso: “Siamo bombardati continuamente da immagini ideali che ci raccontano come dovremmo essere, fornendoci modelli irrealistici. Invece non esiste un ‘come dovremmo’, esiste il come siamo e va benissimo tutto: che tu abbia un bambino o non lo abbia, che allatti o non allatti, che torni magra dopo il parto oppure no, che torni al lavoro oppure no. Noi donne abbiamo bisogno di sostenerci, non di giudicarci a vicenda. Di qualunque argomento si parli”.