Un altro pranzo, questa volta allargato, e sempre la stessa portata nel menù: Silvio Berlusconi al Quirinale. Dopo l’incontro della scorsa settimana, il leader di Forza Italia apre di nuovo agli alleati la sua residenza romana, Villa Grande. Questa volta non c’è Giorgia Meloni, che sarà invitata a breve per un vertice sulle amministrative: tra i sedici convitati trovano posto Matteo Salvini, i ministri e i capigruppo di Forza Italia e Lega. A fare gli onori di casa Berlusconi accompagnato dalla fidanzata, la deputata Marta Fascina. Presenti pure Antonio Tajani e la senatrice Licia Ronzulli, responsabile dei rapporti con gli alleati di Forza Italia. Tra gli ospiti anche Gianni Letta, che in questa fase politica fa da ambasciatore di Arcore al Quirinale.
Sul tavolo, oltre all’ossessione dell’elezione al Colle, Berlusconi si è trovato anche le scorie degli ultimi scontri interni al suo partito. I ministri di Forza Italia, Maria Stella Gelmini, Mara Carfagna e Renato Brunetta hanno ribadito la loro lealtà personale a Berlusconi e il loro sostegno a una eventuale candidatura al Colle. Hanno fatto presente, tuttavia, che i nodi politici sulla gestione del partito restano: il riferimento era chiaramente alla linea più centrista di Forza Italia, che rischia di essere schiacciata dall’alleanza con Fdi e Lega. Critiche che avrebbero infastidito Berlusconi: adesso basta – avrebbe detto secondo le agenzie – ditemi quando mai io sono stato sottomesso a Salvini. I ministri berlusconiani, in ogni caso, hanno accolto positivamente la conferma da parte del leader della Lega del sostegno al governo Draghi, e di una futura linea di condotta di appoggio leale all’esecutivo, evitando iniziative che possano metterlo in difficoltà. Salvini ha replicato, ponendo l’accento sull’esigenza di un centrodestra compatto a partire dal maggioritario “altrimenti avremo il Pd al governo a vita“.
Non era presente a Villa Grande Meloni, che però ha lanciato ancora una volta il nome di Berlusconi per il Colle: “Il presidente della Repubblica lo elegge il Parlamento, che è sovrano. Se il Parlamento eleggesse Silvio Berlusconi, nessuno potrebbe o dovrebbe dire nulla. Il centrodestra non ha i numeri, ma chiaramente avrebbe il sostegno di Fratelli d’Italia“, ha detto la leader di Fratelli d’Italia. Con l’elezione al Quirinale l’uomo di Arcore sarebbe anche capo del Consiglio superiore della magistratura: un’ipotesi quantomeno surreale visto il lungo curriculum giudiziario dell’ex premier. Per Meloni, però, “sicuramente sarebbe epocale e di impatto“. La leader di Fdi si è espressa anche sull’avvicinamento di Italia viva al centrodestra, dopo il voto che ieri al Senato ha affossato il ddl Zan: “Mi pare abbastanza avveniristico”. Commento che ha provocato la replica di Teresa Bellanova: “Non c’è e non ci sarà mai nessun asse Italia Viva-Centrodestra. Non è un’eventualità abbastanza avveneristica, come la definisce Giorgia Meloni. È un’eventualità che non esiste”. Eppure solo stamattina Gianfranco Micciché, colonnello siciliano di Berlusconi, ha dichiarato al Corriere: “Vogliamo il partito di Renzi nel centrodestra“. Il berlusconiano Elio Vito, su twitter, spinge invece sull’umorismo: “Renzi è tornato dall’Arabia, ma non in tempo per partecipare al vertice di centrodestra”.