“Adriano Imperatore dice che i libri gli hanno indicato la via della vita e che “fondare Biblioteche è come costruire granai pubblici”. Ispirandomi a questo genio e ammirando l’idea del grande Tolomeo I di creare la Grande Biblioteca di Alessandria, ho immaginato di fondare una biblioteca pubblica, una sorta di tempio laico della cultura ove sia possibile dialogare con i più grandi spiriti della storia, a partire dai classici, amabili compagni della più profonda crescita morale e culturale dell’essere umano”. Con queste parole Brunello Cucinelli ha annunciato oggi al Piccolo Teatro Strehler di Milano – tempo della cultura per eccellenza – il nuovo ambizioso progetto a cui sta lavorando con la sua Fondazione: creare a Solomeo – il paesino umbro che l’imprenditore del Made in Italy ha scelto come sede della sua azienda trasformandolo nel “Borgo dello Spirito” – una biblioteca universale, la Biblioteca Universale di Solomeo. Proprio così, in un mondo sempre più connesso e digitalizzato, il visionario imprenditore ha deciso di ridare centralità al libro, oggetto dalla storia millenaria e dalla potenza immortale, capace di unire popoli e civiltà lontani in nome di quell’humanitas, quel senso di appartenenza a un destino comune che ci porta a riconoscere dei testi degli antichi sapienti ma anche del più contemporaneo dei pensatori l’essenza dell’umanità intera. Un’iniziativa pensata con l’intento di “fare dono alle generazioni avvenire di un luogo dove il passato richiami l’attenzione verso il futuro, un domani radioso che ci attende, ma anche un omaggio alle generazioni passate” e che vedrà la luce nel 2024. Cucinelli ha spiegato di averne già parlato con il premier Mario Draghi: “Mi ha detto ‘che bella idea che ha avuto’. E allora io gli ho chiesto – ha raccontato Cucinelli – di venire a inaugurarla e lui mi ha risposto ‘vengo vengo'”.
Sempre più mecenate capofila di un rinascimento tutto italiano, carismatico come solo lui sa essere, dal palco del teatro milanese dove sette anni fa inaugurò il via al suo programma di rilancio culturale e spirituale dell’Italia, l’imprenditore ha citato tante volte i filosofi classici per spiegare ai giornalisti e a tutti i presenti come questa iniziativa sia linfa vitale per la società odierna che ha bisogno di riscoprire dai libri e grazie ai libri ritmi di vita più umani. “Noi dobbiamo tornare a lavorare il giusto, io dico 8 ore. Nella mia azienda nessuno può essere connesso dopo le 17.30 e il sabato e la domenica nessuno lavora. Se c’è un’urgenza si fa una telefonata. Einstein diceva che si deve rimanere concentrati al massimo 6 ore al giorno, quindi noi dobbiamo concentrare il nostro orario di lavoro senza uscirne stravolti”, ha incalzato rivolgendosi ai giornalisti e alle autorità presenti, tra cui il cardinale Gualtiero Bassetti Arcivescovo di Perugia – Città della Pieve, la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei ed il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Perugia Maurizio Oliviero.
“Qui oggi invece si lavora 12, 13 anche 17 ore al giorno e questo non va bene, anche se io sono convinto che il 30% del tempo che dedichiamo al lavoro si perde poi in niente perché viene bruciato dai social – ha proseguito Cucinelli -. Non si può alzarsi al mattino e come prima cosa guardare il cellulare: bisognerebbe invece prendersi il tempo di ripensare ai sogni che abbiamo fatto. Abbiamo bisogno di riequilibrarci, di lavorare ma anche di vivere la nostra vita. Di trovare amici pronti ad ascoltare le nostre pene senza dover pagare uno psicologo che lo faccia al posto loro. Questo tempo doloroso ci ha insegnato che abbiamo bisogno di trovare un nuovo equilibrio, ristabilire le nostre priorità”. Poi, con gli occhi che brillavano per l’emozione e la voce carica di trasporto, Cucinelli ha raccontato la genesi della sua biblioteca: “Nel marzo 2020, passata l’iniziale paura provocata dalla pandemia da Covid, io e il mio collaboratore Massimo de Vico Fallani abbiamo iniziato a riflettere su come investire sull’umanità. Facendoci ispirare da Tolomeo I, generale di Alessandro Magno, abbiamo deciso di creare una biblioteca, così come fece nel 250 avanti Cristo Tolomeo, che costituì la biblioteca più famosa della Storia, quella di Alessandria d’Egitto. Ci siamo detti: perché, pur nella nostra piccolezza, non seguire il sogno di quei grandi, perché non realizzare qui a Solomeo, quasi come una cosa necessaria e desiderata, una grande biblioteca, che grazie all’universalità del pensiero degli autori dei libri che la arricchiranno possa essa stessa perciò essere immaginata come ‘universale’?”.
“Come colloco questo progetto nell’Italia di oggi? – si è chiesto Cucinelli – Io sono davvero affascinato dal nostro Paese, abbiamo fatto un grande lavoro e oggi siamo credibili agli occhi del mondo. I nostri due presidenti del Consiglio e della Repubblica incarnano le doti di tutti gli italiani. Siamo i primi produttori al mondo di qualità, secondi nell’industria manufatturiera solo alla Germania: siamo lo 0,7 percento della popolazione mondiale e la settima potenza globale. Ora dobbiamo impegnarci a difendere la dignità dell’uomo, di ogni essere umano. Ecco perché è secondo me aprire una biblioteca oggi è la cosa più futuristica e moderna che si possa fare”.
Il luogo prescelto è un’antica villa nobiliare del ‘700 circondata da un immenso parco, adiacente alla chiesa e al teatro già rinnovati da Cucinelli: le sue stanze accoglieranno circa 500mila volumi da tutto il mondo, riconducibili esclusivamente a cinque aree tematiche del sapere, ovvero architettura, filosofia, letteratura, poesia e artigianato, facendone un vero e proprio tempio del sapere universale, com’era un tempo a biblioteca di Alessandria d’Egitto. “Sarà in grado di accogliere 400-500 mila libri. Intanto il nostro obiettivo è di avere 30-35mila libri per il 2024″, ha spiegato il promotore. E il primo volume che varcherà la soglia di questa nuova istituzione sarà proprio “Marco Aurelio Imperatore”: “Vorrei iniziare a custodire, anno dopo anno, la sapienza antica di tante parti del mondo; dove chiunque, se lo desidera, può entrare per studio, per leggere un libro, ma anche per passeggiare nel parco, che in pratica diventa il parco pubblico di Solomeo. Mi piacerebbe che i libri si prendano direttamente dagli scaffali, con il profumo del legno e della carta, con i lumi a luce verde, e si possano leggere al tavolo, ma anche su comode poltrone, accanto ad una finestra al di là della quale, volgendo gli occhi, si ammira l’incantevole paesaggio umbro. Gli scaffali saranno quasi vuoti all’inizio, perché una biblioteca è come un desiderio sospeso tra passato e futuro, destinata a crescere come un organismo vivo, così come mi sembrano vivi i libri stessi, nella loro fisicità, e vorrei che si potessero leggere solo qui, sulla carta, e non negli schermi dei computers. E sarei molto felice che i figli dei miei figli, nel tempo, amassero questo progetto e lo custodissero nei secoli. Sono sempre stato affascinato dalla Filosofia, dall’Architettura, dalla Letteratura; a un gruppo di esperti sarà affidato il compito di scegliere le opere più classiche di ogni parte del mondo relative a tali discipline, una scelta non esclusiva, semplicemente perché l’umanità non ha confini”. I responsabili saranno lo stesso Cucinelli e de Vico Falliani. Top secret la cifra stanziata: “L’investimento è importante, ma ciò non conta perché lasceremo un progetto all’umanità” dichiara ancora Cucinelli, ricordando che “i libri ci indicano la via della vita”.
Nel corso dell’incontro di presentazione, sono intervenuti anche il cardinale Gualtiero Bassetti, che ha dato la sua benedizione al progetto citando il “fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza” dell’Ulisse dantesco, e Gianluca Vacchi, amico e consigliere fidato di Cucinelli. “Gianluca mi convinse a quotare in Borsa la mia società, sottolineando che sarebbe cambiata in meglio, visto che avrebbe acquistato maggiore visibilità, maggiore solidità e la capacità di andare avanti da sola – ha ricordato l’imprenditore del cachemire -. Senza i soldi della quotazione, non avremmo potuto avere i mezzi per investire nelle opere da lasciare al creato“. “Ho 41 milioni di follower tra TikTok e Instagram e ascolto molto quel che si dice in Rete – ha detto Vacchi -: penso che il libro sarà ancora centrale nella formazione delle persone, anche nell’era della cultura digitale. No, Internet non ha ucciso i libri“.