Al suono delle sirene della polizia locale quaranta sindaci della Città Metropolitana di Milano indossano insieme la fascia tricolore. Un flash mob simbolico nell’ambito dell’iniziativa “Buccinasco contro le mafie”, per dimostrare vicinanza e solidarietà al Comune alle porte del capoluogo lombardo, dove pochi giorni fa c’è stato l’omicidio di Paolo Salvaggio, 60enne broker della droga, ucciso a colpi di pistola mentre si trovava agli arresti domiciliari. “Non c’era un omicidio a Buccinasco da almeno trentanni”, commenta il sindaco Rino Pruiti che dal 2017 amministra un comune che ha numeri da colonia calabrese: “2200 famiglie sono originarie dell’Aspromonte, quasi la totalità è composta da persone per bene, ma c’è qualche centinaio di ‘ndranghetisti che qui trova le condizioni per poter operare”. Altro record: a Buccinasco c’è un bene confiscato ogni mille abitanti, “siamo al livello della Calabria e questo la dice lunga”, aggiunge Pruiti che, in questi giorni, ha più volte lanciato appelli al governo senza ricevere, però, neanche una telefonata.
Se la ‘ndrangheta ha residenza ormai da anni a due passi dal capoluogo lombardo, gli interessi economici della mafie sono concentrati proprio su Milano. Lo sa bene il procuratore Alberto Nobili, oggi a capo del pool antiterrorismo della Procura di Milano, che prima di Expo aveva sottolineato come la ‘ndrangheta si “leccava i baffi, pronta a spartirsi la torta”. E oggi, in prossimità dell’organizzazione delle Olimpiadi invernali e in attesa dell’arrivo dei soldi del Recovery? “Questa situazione è assolutamente favorevole per la mafia che continua a vivere in un silenzio rumorosissimo. Il rischio che stiamo correndo – ha aggiunto Nobili – è quello di cadere nella loro trappola. Al silenzio della mafia c’è il rischio che corrisponda un silenzio dello Stato”. “La presenza mafiosa è ormai capillare su tutto il tessuto economico nazionale: soprattutto in Lombardia, nave ammiraglia dell’economia italiana, è evidente che la mafia cerca di ottenere il massimo”, sottolinea Nobili, anche lui a Buccinasco per parlare di rapporto tra ‘ndrangheta e politica. “La mafia non ha un partito, vota chi può esserle utile: tra una persona molto intelligente ma lavorabile e una persona stupida, la mafia sceglie la persona intelligente, sa individuare quali sono i punti forti per raggiungere i propri interessi”.