Aveva ucciso la sua compagna sparandole nel parcheggio di un centro commerciale. Francesco Borghesi, 42 anni, ex alpino di stanza a Pinerolo e ex dipendente dell’Istituto cartografico di Firenze, è stato condannato dal giudice dell’udienza preliminare di Cuneo Cristina Gaveglio a 15 anni è 2 mesi, con il rito abbreviato, che prevede una riduzione della pena in cambio della rinuncia, da parte dell’imputato, alla fase dibattimentale del processo. La pena è così suddivisa: 14 anni per l’omicidio della compagna, nata a Bucarest ma da tempo residente in Piemonte, e di un anno e 2 mesi per porto abusivo d’arma. Riconosciuti anche a titolo di provvisionale 70mila euro per le due sorelle della vittima, che si sono costituite parte civile e sono rappresentate dall’avvocato Alberto Crosetto. L’ammontare dell’intero risarcimento, invece, verrà calcolato in un separato giudizio.

All’epoca dei fatti Borgheresi era andato a Cuneo a trovare la compagna e i due erano stati insieme alcuni giorni. Avevano raggiunto il centro commerciale a bordo Panda 4×4 di lui, e avevano parlato a lungo. In seguito, stando alle ricostruzioni, è scoppiato il litigio: l’uomo ha sparato quattro volte colpendo lei a bruciapelo su petto, fianco e di striscio sul braccio, ma ferendosi prima alla mano sinistra. Subito dopo aveva chiamato i carabinieri e si era costituito.

“È una sentenza che non ci soddisfa – ha detto l’avvocato di parte civile Alessandro Crosetto – soprattutto perché il giudice ha concesso a Borghesi le attenuanti generiche, valutandole equivalenti all’aggravante di aver ucciso la donna con cui conviveva”. Per il legale, inoltre, “non si è trattato di un delitto d’impeto, ma era parecchio tempo che l’uomo meditava di uccidere la compagna, anche se forse non aveva pianificato quando e dove. Per questo – ha chiarito – ho parlato di premeditazione eventuale“. Borghesi è cresciuto a Firenze, e fino all’età di 20 anni ha abitato all’interno della comunità del Forteto, nota alle cronache per gli abusi sui minori e alle violenze che avvenivano all’interno. I suoi genitori erano trai soci fondatori. “In base alla perizia psichiatrica depositata oggi in udienza – ha chiarito il legale – quell’esperienza traumatica certamente lo ha segnato, ma al momento dell’omicidio è risultato capace di intendere e volere“. Le motivazioni verranno depositate entro 90 giorni.

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