Calcio

Nuovo San Siro, c’è l’intesa con Inter e Milan. Sala: “Nessuna deroga su volumetrie e per le Olimpiadi 2026 ci sarà l’attuale stadio”

Il sindaco di Milano - come atteso da tempo - annuncia l'accordo coi club e a breve la delibera di pubblico interesse da parte della Giunta. Parla di "tre prerequisiti fondamentali" accettati dalle società: in realtà i primi due confermano semplicemente quanto già previsto dai dossier - e ancora manca un vero progetto - mentre il terzo è la promessa di rispettare l'indice di edificabilità previsto dal Piano di governo del territorio. Per via della pandemia slittano le tempistiche, ma anche questo non è un male soprattutto per Suning

Il secondo incontro è stato quello buono: il sindaco di Milano Giuseppe Sala e le due società Inter e Milan hanno trovato una prima intesa sul nuovo stadio che nascerà sulle ceneri del Meazza a San Siro. Un accordo che era già nell’aria da tempo, ma il primo cittadino ha preferito aspettare le elezioni e accelerare solo dopo il buon esito delle urne. L’unica vera novità, tra gli annunci, riguarda infatti le tempistiche: “La cerimonia di apertura delle Olimpiadi Invernali 2026 si svolgerà nell’attuale impianto, come tributo alla sua gloriosa storia”, afferma Sala. Significa che per almeno altri 5 anni il Meazza rimarrà ancora i piedi, nonostante sia considerato dai club talmente vecchio da dover essere abbattuto. L’altra affermazione di rilievo è una promessa: uno dei punti dell’accordo, assicura il sindaco, è “che le concessioni di diritti volumetrici per sviluppi urbanistici accessori allo stadio non deroghino a quanto consentito dal Pgt vigente“. Quindi un indice di edificabilità di 0,35 mq/mq, che è esattamente la metà rispetto allo 0,70 sparato dai club a inizio trattativa, sapendo che poi l’accordo si sarebbe chiuso intorno ai livelli del Piano di governo del territorio.

Questa mattina Sala ha incontrato a Palazzo Marino i rappresentanti di Milan e Inter, ovvero Paolo Scaroni (il grande regista dell’operazione) e l’ad nerazzurro Alessandro Antonello. “Alle squadre ho rappresentato la posizione del Comune di Milano. I prerequisiti fondamentali per poter passare alla fase esecutiva del progetto stadio sono tre“, ha spiegato Sala. Il primo requisito “è che il nuovo stadio dovrà sostanzialmente rispettare le linee e i volumi contenuti nello studio di fattibilità che è già stato presentato all’amministrazione”. Il secondo punto “chiede una riconversione dell’area dell’attuale San Siro al fine di sviluppare il progetto del distretto dello sport e entertainment, in un contesto verde“.

Per quanto riguarda questi primi due punti, si tratta di quanto già contenuto nel dossier presentato dai club. In pratica, quindi, il Comune accetta la proposta delle due società, che con la scusa del nuovo stadio costruiranno due grattacieli per uffici, un altro grattacielo che serva da hotel, un centro congressi, due centri commerciali e un ulteriore edificio. Senza dimenticare che non è ancora stato presentato un progetto definitivo. Ufficialmente, le due squadre non hanno scelto tra “La Cattedrale” di Populous e gli “Anelli” di Manica-Cmr e Sportium, anche se il primo sembra essere in vantaggio. E senza trascurare quanto sottolineato anche dalla neo-assessora all’Ambiente, Elena Grandi, eletta in quota Verdi: “Sappiamo che ci sono progetti di ristrutturazione di San Siro che possono essere recuperati e integrati”. Un piano B, la ristrutturazione del Meazza, costerebbe meno della metà di un nuovo stadio ed eviterebbe ulteriore consumo di suolo.

Poi Sala specifica il requisito 2 bis: “A prescindere dal timing di realizzazione del nuovo stadio, la cerimonia di apertura delle Olimpiadi Invernali 2026 si svolgerà nell’attuale impianto, come tributo alla sua gloriosa storia”. Anche questo però non è un vero paletto per Inter e Milan, che dopo la pandemia non sono disperate all’idea di posticipare e spalmare i costi del nuovo stadio. Specialmente i nerazzurri, viste le difficoltà di Suning: vendere il club avendo chiuso la partita stadio significa poter alzare – di molto – il prezzo e trovare più facilmente potenziali acquirenti. Che l’Inter non sia dispiaciuta lo si intuisce dalle parole dell’ad Antonello dopo l’incontro a Palazzo Marino: “Dopo due anni di pandemia sono slittati i tempi”, la sua semplice analisi.

Infine, terzo e ultimo punto, spiega Sala, è “che le concessioni di diritti volumetrici per sviluppi urbanistici accessori allo stadio non deroghino a quanto consentito dal Pgt vigente”. E questo è un passaggio importante, perché finora era trapelato che l’indice di edificabilità sarebbe stato il frutto di un compromesso tra quanto previsto dal Piano di governo del territorio e le richieste dei club, indicativamente un po’ sotto lo 0,50. Ora invece il sindaco promette il rispetto del Pgt, ma sempre le dichiarazioni di Antonello fanno capire che su questo punto la discussione è ancora aperta: a parlare di sugli aspetti tecnici riguardo alle metrature, spiega, “non si è ancora arrivati”. Le due società, conclude invece Sala, “si sono dichiarate d’accordo rispetto a queste proposte. A questo punto ritengo che la Giunta possa procedere rapidamente a deliberare il pubblico interesse“. L’operazione nuovo Stadio compie un altro passo in avanti.