La Cassazione ha dato il via libera ai sei referendum sulla Giustizia, promossi da Lega e Partito radicale. La Corte Suprema ha accolto la richiesta dei consigli regionali di Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Umbria, Veneto. La decisione anticipa – e di fatto rende ininfluente – il deposito delle firme certificate che il Carroccio e il Partito radicale hanno raccolto nei mesi scorsi. I referendum riguardano la riforma del Csm, la responsabilità diretta dei magistrati, l’equa valutazione dei magistrati, la separazione delle carriere, i limiti agli abusi della custodia cautelare, l’abolizione del decreto Severino.
Secondo quanto riferito dalla Lega, sarebbero tra le 700mila e le 775mila a seconda del quesito le sottoscrizioni, con 18mila adesioni elettroniche. “I referendum hanno incassato un’adesione bipartisan”, fanno sapere dal Carroccio, “e hanno mobilitato molti volti noti. Tra gli altri, hanno sostenuto i quesiti Pierluigi Battista, Maurizio Belpietro, Giulia Bongiorno, Hoara Borselli, Mauro Corona, Mauro Coruzzi in arte Platinette, lo chef Alessandro Circiello, Guido Crosetto, Paolo Del Debbio, Alda D’Eusanio, Vittorio Feltri, Roberto Giachetti, Mario Giordano, Maria Giovanna Maglie, Simonetta Matone, Paolo Mieli, Giovanni Minoli, Augusto Minzolini, Luca Palamara, David Parenzo, Nicola Porro, Gabriella Privitera Corona madre di Fabrizio, Alessandro Sallusti, Vittorio Sgarbi, Sergio Staino, Francesco Storace, Giovanni Terzi, Gaia Tortora, Michele Vietti ex vicepresidente del Csm”.
C’è stato anche il sostegno di alcuni dem, fanno sapere i leghisti: “Nonostante il no di Enrico Letta, nel Pd hanno detto sì Goffredo Bettini, Giorgio Gori, Luciano Pizzetti (deputato Pd e sottosegretario di Stato con i governi Gentiloni e Renzi), senza dimenticare altri nomi come quelli del senatore Gianni Pittella, ex socialista, e l’europarlamentare Massimo Smeriglio. Hanno firmato, ovviamente, tutti i ministri e i governatori della Lega. Un appoggio ai referendum è stato ribadito da Silvio Berlusconi e da Giorgia Meloni (pur con qualche distinguo su un paio di quesiti). Hanno aderito anche i centristi dell’Udc, con Lorenzo Cesa e Antonio de Poli, e il leader di Italia Viva Matteo Renzi“.