Diritti

“Verità e giustizia per Youns”: i familiari del 39enne ucciso a Voghera scendono in piazza. Su Change la petizione da oltre 37mila firme

L'appuntamento è il 31 ottobre alle 15:00 in piazza Meardi. La protesta nasce dopo l'ultimo risvolto della vicenda: la fine dei domiciliari per l'assessore che ha sparato al 39enne, il leghista Massimo Adriatici. I parenti di Youns continuano a chiedere giustizia, sia in piazza, che online con la petizione indirizzata al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella

Chiedono “verità e giustizia per Youns” e soprattutto protestano dopo la scarcerazione dell’assessore leghista Massimo Adriatici. I parenti di Youns El Boussettaoui, il 39enne di origine marocchina ucciso lo scorso 20 luglio 2021 con un colpo di pistola esploso, appunto, dall’assessore Adriatici, scenderanno in piazza Meardi a Voghera, il prossimo 31 ottobre per rimarcare, ancora una volta che sia fatta piena giustizia per il 39enne. Con loro, virtualmente o anche di persona ci saranno le oltre 37mila persone che in questi mesi hanno firmato la petizione lanciata su change.org dal cugino della vittima, Youssef El Boussetaoui, e diretta al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

“Youns è morto lasciando una moglie vedova e due bambini di 5 e 8 anni orfani che ora chiedono giustizia – si legge nel testo della raccolta firme online – I proiettili utilizzati sono vietati in Italia”. Inoltre “sul posto erano presenti videocamere di sorveglianza, ma stranamente ci stanno dicendo che non funzionavano nel momento della sparatoria o che erano girate dalla parte opposta della strada”.

Gli avvocati della famiglia, scrivono ancora i familiari nella petizione, non hanno ancora potuto verificare i nastri che potrebbero contenere informazioni utili alle indagini. Per questo “chiediamo il vostro aiuto per avere giustizia sia per quei bambini rimasti orfani che per la moglie ormai vedova, sia per tutti quelle persone là fuori: perché ciò che è successo a Youns, domani potrebbe toccare ad uno di voi e non vogliamo che simili tragedie si ripetano”.

La manifestazione del 31 ottobre, oltre che rilanciare lo scopo della petizione, servirà per protestare contro la scarcerazione di Adriatici, ai domiciliari fino al 20 ottobre. La misura cautelare è infatti scaduta, l’assessore resta indagato, ma in libertà.