Il report settimanale esteso dell'Istituto superiore di sanità conferma come l'efficacia dei vaccini resti alta, in particolar modo per evitare ospedalizzazioni, ingressi in terapia intensiva e decessi con differenze di rischio anche undici volte maggiori per gli 'scoperti' nella fascia over 80
La circolazione virale cresce, spinta dal numero di casi che si registrano tra giovani e giovanissimi, compresi gli under 12 che non possono essere vaccinati. E galoppa in alcune aree del Paese, dove i tassi di adesione alla campagna sono stati sensibilmente più bassi o dove – come in Friuli Venezia Giulia – nelle ultime settimane si sono verificati frequenti e affollate manifestazioni di No Green Pass. Il report settimanale esteso dell’Istituto superiore di sanità fotografa in maniera dettagliata quanto già emerso con evidenza negli ultimi bollettini giornalieri e formalizzato dallo stesso Iss nella giornata di venerdì. E conferma come l’efficacia dei vaccini resti alta, in particolar modo per evitare ospedalizzazioni, ingressi in terapia intensiva e decessi con differenze di rischio anche undici volte maggiori per gli ‘scoperti’ nella fascia over 80.
Nell’ultima settimana, spiega l’Istituto, aumenta l’incidenza in tutte le fasce d’età ma in particolare sotto i 12 anni che ancora non può essere vaccinata, dove si registra appunto l’incidenza più elevata rispetto alle altre fasce d’età. In totale il 24% dei casi sono stati diagnosticati sotto i 20 anni d’età. Nella fascia in età scolare il 47% dei casi è stato diagnosticato fra i 6 e gli 11 anni, il 33% nella fascia 12-19 anni e solo il 13% e il 7% è stato diagnosticato, rispettivamente tra i 3 e i 5 anni e sotto i 3 anni. Le tabelle mostrano anche come la situazione si stia degradando, in particolare in alcune regioni, sia sotto il profilo dell’Rt sintomi che dell’incidenza di casi.
Nel primo caso – con calcoli al 13 ottobre – l’Iss segnala diverse regioni oltre l’1: si tratta di Abruzzo, Basilicata, Liguria, Lazio, Piemonte e, soprattutto, Friuli Venezia Giulia. Quest’ultima area – la stessa delle manifestazioni No Green Pass, che si sono tenute a Trieste – è l’unica ad avere tutto l’intervallo di confidenza oltre la soglia epidemica, segno che certamente ogni infetto ne contagia più di uno. La situazione instabile e in deterioramento della Regione del nord-est è confermata anche dall’incidenza per 100mila abitanti nella settimana 18-24 ottobre. Il Friuli Venezia Giulia ha infatti un’incidenza di 67,32 casi, ben oltre la soglia di 50. Si tratta della seconda incidenza più alta in assoluto dopo la Provincia autonoma di Bolzano (84,31) e dell’unica oltre il valore di 60. Solo Umbria (55,61), Sicilia (53,92) e Veneto (53,32) hanno sfondato il valore preso come riferimento per comprendere l’evoluzione della pandemia.
L’Iss conferma che “resta alta” l’efficacia dei vaccini nella fase epidemica con variante Delta prevalente: nel prevenire l’ospedalizzazione è del 92%, il ricovero in terapia intensiva del 95% e il decesso del 91%. In calo, ma comunque alta, l’efficacia nel prevenire qualsiasi diagnosi sintomatica o asintomatica: dall 89% durante la fase epidemica con variante Alfa prevalente è scesa al 76% da quando il virus iniziale è stato soppiantato dalla Delta. Ricordando l’effetto paradosso – cioè che in una popolazione con alti tassi vaccinazione, la maggior parte dei casi si verifica tra coloro che hanno aderito alla campagna – l’Iss prende ad esempio gli over 80, dove la copertura vaccinale è superiore al 90%. Tra il 17 settembre e il 17 ottobre, il numero di ospedalizzazioni fra vaccinati con ciclo completo è pari a 894 mentre nei non vaccinati è più basso, pari a 389.
Tuttavia, calcolando il tasso di ospedalizzazione, fa notare l’Iss, “si evidenzia come questo sia circa sette volte più alto per i non vaccinati rispetto ai vaccinati con ciclo completo”. In sostanza a parità di popolazione (100mila abitanti vaccinati e altrettanti ‘scoperti’) si registrano 21,2 ricoveri tra chi ha ricevuto due dosi e 156,7 tra i no vax. “Analizzando il numero dei ricoveri in terapia intensiva e dei decessi negli over 80, si osserva che il tasso di ricoveri in terapia intensiva, dei non vaccinati è ben sette volte più alto di quello dei vaccinati con ciclo completo (8,1 vs 1,1 per 100.000 abitanti)” mentre il tasso di decesso, tra il 3 settembre e il 3 ottobre, è “circa undici volte più alto nei non vaccinati rispetto ai vaccinati con ciclo completo (86,0 vs 8,0 per 100.000 abitanti)”.