È successo il 30 ottobre a Malcantone di Sermide, a confine tra le provincie di Mantova e Modena: gli operai agricoli si trovavano sui terreni dell'azienda per cui lavorano quando sono stati colpiti da alcuni proiettili. Uno è rimasto ferito al volto e l'altro al braccio ma non sono in pericolo di vita. In corso le indagini
Stavano lavorando nei campi quando alcuni proiettili li hanno colpiti. È successo la mattina del 30 ottobre nelle campagne al confine tra Modena e Mantova, dove due agricoltori sono stati feriti accidentalmente da alcuni cacciatori impegnati in una battuta nei dintorni. Gli operatori agricoli sono stati ricoverati con lesioni lievi e non si trovano in pericolo di vita.
L’incidente è accaduto a Malcantone di Sermide, un piccolo comune mantovano situato a cavallo del confine con la provincia emiliana. Secondo le prime ricostruzioni fornite dagli inquirenti e riportate dalla Gazzetta di Mantova, i due agricoltori si trovavano sui terreni della ditta per cui lavorano quando alcuni proiettili a pallini li hanno colpiti ferendoli uno al volto e l’altro al braccio. A sparare, due cacciatori che sul versante modenese, a poche centinaia di metri di distanza, stavano braccando una lepre. Immediata la richiesta di intervento del 118, che ha portato i due operatori agricoli, 55 e 57 anni, al policlinico di Mantova dove sono sotto osservazione a scopo precauzionale. Per primi sono intervenuti i carabinieri di Gonzaga ma a loro sono in seguito subentrati i colleghi di Modena, cui ora spetterà condurre le indagini. Resta infatti ancora da chiarire la precisa dinamica dell’accaduto.
Si tratta del secondo episodio di questo tipo nel giro di una settimana. Il 24 ottobre, infatti, a rimanere vittima di una battuta di caccia sfuggita di mano erano stati un padre e il suo neonato di quattro mesi, colpiti inavvertitamente mentre passeggiavano nel cortile della loro villetta in provincia di Treviso. Una serie di incidenti che alimenta il dibattito sulla sicurezza dell’attività venatoria proprio a pochi giorni dal raggiungimento del traguardo delle 500mila firme per promuovere il referendum che intende abolire questa pratica. “Ne servono altre 100 mila e poi, se non ci saranno intoppi, si andrà al voto la prossima primavera”, aveva dichiarato al fattoquotidiano.it in quell’occasione, Tony Curcio, presidente di Comitato Sì Aboliamo La Caccia, l’associazione ecologista che ha intrapreso l’iniziativa.