Oltre agli insegnanti d’asilo e dell’infanzia dal 2022 anche i maestri e i collaboratori scolastici della primaria, rientreranno tra i lavoratori usuranti. Grazie alla nuova Legge di bilancio e alle modifiche apportate alla normativa sull’Ape sociale potranno beneficiare dell’anticipo pensionistico e lasciare prima del tempo il lavoro. Una novità sostanziale per gli insegnati del primo ciclo che ora, una volta raggiunti i 63 anni di età con 30-36 anni di contributi, a seconda dei casi, potranno lasciare la cattedra. A loro (come a tutti gli altri lavoratori usuranti) verrà corrisposto un assegno ponte sino al raggiungimento dei requisiti per la pensione piena (67 anni). L’anticipo pensionistico al massimo arriva a 1.500 euro lordi al mese (circa 1.150 netti) per 12 mensilità all’anno.
La nuova lista di lavori usuranti passa da 15 a 57 attività arrivando a comprendere circa mezzo milione di lavoratori. Rispetto alle 15 attività previste finora, la nuova lista di lavori usuranti dovrebbe comprendere, tra gli altri anche benzinai, macellai, panettieri, saldatori, falegnami, magazzinieri, tassisti, conduttori di autobus e tranvieri, commessi, cassieri, operatori sanitari qualificati, portantini, forestali e verniciatori industriali. Lo stesso strumento potrà continuare ad essere utilizzato da operai dell’industria estrattiva, agricoli, pescatori, lavoratori del settore siderurgico, conduttori di mezzi pesanti e tutti gli altri lavoratori già previsti dall’elenco originario delle mansioni gravosi. Sempre con l’Ape sociale, ma con una contribuzione di almeno 30 anni, potranno continuare a chiedere di anticipare la pensione i soggetti con invalidità civile superiore o uguale al 74%, i caregiver che assistono in familiari in particolari situazione di difficoltà e i lavoratori disoccupati che abbiano di fatto esaurito gli strumenti di sostegno.
Una soddisfazione per i sindacati della scuola che da tempo stavano portando avanti questa battaglia a favore dei docenti della scuola primaria che non devono mai perdere un solo istante l’attenzione in classe di fronte a oltre venti allievi con bisogni educativi diversi e con esigenze differenti. Restano fuori dal provvedimento i docenti delle secondarie e il personale Ata. Un’esclusione che non è piaciuta a Marcello Pacifico, presidente dell’Anief: “In realtà, il lavoro all’interno di un istituto scolastico è tutto usurante. Vi sono delle dimostrazioni scientifiche che non fanno differenze sostanziali tra gli strascichi psicologici e fisici che comporta l’opera professionale in un istituto scolastico. A questo proposito, sono anni che chiediamo, anche per trasparenza amministrativa e pubblica, che i dati sulle malattie professionali vengano resi pubblici: ci dobbiamo accontentare di quelli svolti all’estero, dove è emerso che tutti i lavoratori della scuola, a partire dai docenti, sono vittime del burnout. È un dato provato, che ci ha convinto a chiedere nel nuovo contratto di lavoro la diaria da rischio biologico assegnata ad altre professionalità, come quelle mediche”.