“Il G20 è stato un successo”. È decisa la valutazione del presidente del Consiglio, Mario Draghi, del vertice che si è appena concluso a Roma sull’emergenza climatica. Un summit che, dice, ha apportato diversi benefici, anche se “non è stato facile”. Tra questi il premier cita la riforma della tassazione internazionale “che si tentava di fare da anni senza riuscirci”, il limite di 1,5 C° di surriscaldamento globale medio che “migliora gli Accordi di Parigi”, oltre ad “aver portato alcuni Paesi scettici su posizioni comuni sulla decarbonizzazione“, con evidente riferimento a Russia e, soprattutto, Cina.
Il primo successo che Draghi vuole sottolineare è il limite massimo dell’innalzamento delle temperature medie globali, fissato a 1,5C°: “Sul clima per la prima volta i Paesi G20 si sono impegnati a mantenere a portata di mano l’obiettivo di contenere il surriscaldamento sotto i 1,5 gradi con azioni immediate e impegni a medio termine“, ha detto nel corso della sua conferenza stampa finale. Aggiungendo che “i finanziamenti pubblici” alla costruzione di nuove centrali a carbone “non andranno oltre la fine di quest’anno”.
Ma la questione delle emissioni zero e la resistenza mostrata da Cina e Russia, che non hanno accettato il termine del 2050 proiettando l’obiettivo al decennio successivo, sono stati il tema principale delle domande rivolte dai giornalisti al premier Draghi che, però, si dice soddisfatto, mostrandosi addirittura sorpreso dall’apertura a suo dire mostrata dai due governi. “Dalla Cina fino a pochi giorni fa mi attendevo un atteggiamento più rigido, c’è stata la volontà di cogliere un linguaggio più rivolto al futuro che al passato – ha aggiunto Draghi – La Russia e la Cina hanno accettato l’evidenza scientifica degli 1,5 C°, che comporta notevolissimi sacrifici, non sono impegni facili da mantenersi. La Cina produce il 50% dell’acciaio mondiale, molti impianti vanno a carbone, è una transizione difficile”. E sul limite al 2050 aggiunge: “Rispetto alla situazione precedente, l’impegno è un pochino più verso il 2050 nel linguaggio del comunicato. Non è preciso, ma prima era assente. C’è stato uno spostamento con un linguaggio più ricco di speranza anche da parte dei Paesi che fino ad oggi avevano detto no”.
E questa intesa è stata possibile, spiega, solo grazie a un approccio improntato al multilateralismo che ha coinvolto tutte le potenze presenti: “Al G20 abbiamo visto Paesi che si sono avvicinati alle posizioni degli altri con il giusto linguaggio. Ringrazio l’ambasciatore Mattiolo e tutti gli sherpa per il lavoro fatto. Qualcosa al G20 è cambiato, ossia che senza cooperazione non andiamo avanti e la cooperazione migliore che conosciamo è il multilateralismo, con regole scritte tanto tempo fa e ci hanno garantito prosperità. Le regole da cambiare si devono cambiare insieme”. E fa un esempio: “Per la prima volta in un documento del G20 al paragrafo 30 troviamo una frase che parla di meccanismi per la fissazione dei prezzi del carbone. Chiediamo ai vari componenti del G20 di agire in conformità ai propri mandati per conseguire questi obiettivi e un mix adeguato per economie con bassa emissione di gas serra fissando un obiettivo per i Paesi più poveri. L’aggancio che ha dato luogo al cambiamento è la consapevolezza che qualunque progresso rispetto al passato insieme alla promessa di aiuto da parte dei Paesi più ricchi ha un senso. È uno dei casi in cui sia la Cina che la Russia hanno deciso di cambiare posizione”.
Draghi, che ha fortemente voluto questo vertice, ricorda anche l’impegno preso nei confronti dei Paesi più poveri del mondo: “Abbiamo gettato le basi per una ripresa più equa e trovato i nuovi modi per sostenere i Paesi nel mondo, 609 miliardi sulla base dei diritti speciali di prelievo sono dedicati per la prima volta ai Paesi più vulnerabili”.
Ha poi sottolineato l’impegno triplicato da parte dell’Italia e un vertice che “ha riempito di sostanza le parole” e i “bla bla bla”. È un bilancio positivo quello fatto dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, al termine dei lavori del G20 sul clima che si è tenuto a Roma. Il premier ha parlato innanzitutto dei passi in avanti che saranno compiuti dal governo di Roma, con “l’Italia che triplicherà l’impegno finanziario a 1,4 miliardi l’anno per i prossimi 5 anni” per il fondo green sul clima.
“In questo vertice abbiamo fatto sì che i nostri sogni siano ancora vivi ma adesso dobbiamo accertarci di trasformarli in fatti – ha dichiarato Draghi in conferenza stampa – Voglio ringraziare gli attivisti che ci mantengono sulla rotta giusta. Molti dicono che sono stanchi del bla bla, io credo che questo summit sia stato pieno di sostanza. Abbiamo riempito di sostanza le parole”.
E il presidente del Consiglio entra poi nello specifico dei risultati ottenuti, spiegando che “abbiamo impegnato risorse notevoli, abbiamo mantenuto questi impegni e abbiamo fatto sì che nostri sogni sono ancora vivi e stanno facendo progressi. Saremo giudicati per quello che faremo, non per quello che diciamo”, ha aggiunto riprendendo le parole di diversi leader. E ha poi promesso: “Siamo fieri” dei risultati ottenuti al G20 ma “è solo l’inizio”.