Il governo è pronto ad un nuovo stato di emergenza se ce ne sarà la necessità e con la curva dei contagi in risalita il Green Pass “è fondamentale”. La ripresa del contagio nelle ultime due settimane, con i casi cresciuti del 32% da lunedì a domenica, spinge il ministro della Salute Roberto Speranza a intervenire di fronte a un’incidenza passata da 30 casi per 100mila persone a oltre 40 e con l’Rt, l’indice di trasmissibilità, lievitato da 0,8 a poco sopra l’1. E anche il monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità certifica che cresce l’incidenza dei casi di Covid in tutta Italia, con alcune regioni più esposte come il Friuli Venezia Giulia che ha visto in una settimana raddoppiare il valore, ma nell’ultima settimana aumenta l’incidenza anche in tutte le fasce d’età e in particolare sotto i 12 anni, cioè nella parte della popolazione che ancora non può essere vaccinata: in totale il 24% dei casi è stato diagnosticato sotto i 20 anni.
Di fronte ai dati in risalita – seppur con effetti imparagonabile agli stessi giorni di un anno fa, grazie ai vaccini – Speranza non esclude né un proroga dello stato di emergenza né dello stesso Green pass che – ricorda – “ci consente di tenere aperti tutti i luoghi della socializzazione, della cultura, i ristoranti, le scuole e le università: in un quadro epidemiologico diverso, faremo naturalmente tutte le valutazioni necessarie”. In realtà prorogare l’attuale stato di emergenza è tecnicamente impossibile se non limitatamente fino al 31 gennaio 2022: il governo tuttavia, se lo riterrà opportuno, potrà procedere per via parlamentare a emanare un provvedimento che preveda un nuovo stato di emergenza al quale sono ovviamente legati anche i protocolli riguardanti per esempio lo smartworking, il rientro dei lavoratori nei rispettivi posti di lavoro e la cassa integrazione.
Anche il Green pass, che ha spinto i vaccini, scadrà il 31 dicembre ma il governo potrebbe ragionare sul futuro della certificazione con un decreto a parte che ne proroghi gli effetti fino, ad esempio, all’estate. Assieme al Green pass l’altra barriera ad un contagio che comunque non molla la presa è il secondo richiamo vaccinale. Sulla terza dose a tutti il ministro Speranza dice che “valuteremo con tutta la comunità scientifica, in questo momento stiamo partendo dalle categorie più fragili”, aggiungendo che comunque “abbiamo tutte le dosi necessarie”. La dose ‘booster’ è al momento raccomandata a tutti gli over 60 che hanno completato il ciclo da più di 6 mesi e a tutti i fragili di ogni età.
È vero anche che già per il prossimo 2 novembre è fissata una riunione dell’Aifa, chiamata a decidere non solo il destino del milione e mezzo di vaccinati Johnson&Johnson che hanno fatto una sola dose ma anche sulla terza dose agli under 60. Poi seguirà la decisione del Comitato tecnico scientifico e quindi, presumibilmente, l’ordinanza ministeriale sulla terza inoculazione. E sulla campagna vaccinale, pur con una battuta d’arresto delle prime dosi dimezzate nell’ultima settimana e passate da 345mila a 184mila, il ministro non perde di vista l’obiettivo del 90% dei vaccinati: “Ambizioso – sostiene – ma a portata di mano”.