Post sulla Decima Mas, amici che si danno l’un l’altro del “camerata”, una croce celtica, vicinanza a CasaPound. A scorrere il profilo Facebook dell’assessore alle Politiche sociali di Voghera Federico Taverna saltano fuori nuovi elementi che contribuiscono a ricomporre lo sfondo politico-culturale su cui si muoveva con pistola in tasca l’assessore alla Sicurezza, il leghista Massimo Adriatici. Finché il 20 luglio da quella pistola è partito il colpo che ha ucciso in piazza il 39enne marocchino Youns El Boussettaoui. Uno sparo anticipato dai messaggi di altri assessori nella chat di giunta, dove settimane prima la sindaca Paola Garlaschelli chiedeva quasi compiaciuta se un marocchino fosse “annegato” e dava della “mongola” a una consigliera comunale di opposizione suscitando le risate di Taverna, la vicesindaco Simona Virglio definiva “mine vaganti” i City Angels che assistono i senzatetto in città e l’assessore Giancarlo Gabba ipotizzava di “scioglierli” oltre che di “cominciare a sparare” per evitare assembramenti di stranieri.
Vampate di linguaggio incontrollato che in chat arrivano all’unisono, indipendentemente dal partito di appartenenza di quel centrodestra che guida il capoluogo dell’Oltrepò pavese: Garlaschelli è una commercialista voluta come sindaca dalla deputata della Lega Elena Lucchini, come della Lega è Gabba, medico di famiglia con un passato da simpatizzante dell’Msi, mentre la vicesindaca Virgilio è di Forza Italia. E ora, ecco l’assessore di Fratelli d’Italia Taverna, tra i 13 dipendenti assunti nella municipalizzata Asm a seguito del concorso finito di recente sotto inchiesta, anche se sulla sua selezione le indagini non hanno rilevato nulla di illecito. Diversi post sul suo profilo Facebook richiamano una simbologia e un linguaggio di matrice fascista. Alcuni recenti, come gli auguri fatti da un amico al “camerata” Taverna. Altri datati, come una foto del 2009 di un gruppo di ragazzi dietro lo striscione di Azione Giovani, movimento giovanile legato ad Alleanza Nazionale, con le braccia a fare saluti romani. In mezzo l’apprezzamento per i tatuaggi di Ivan Bogdanov, il “terribile” ultrà serbo responsabile dei disordini che nel 2010 portarono alla sospensione della partita Italia-Serbia a Genova: all’indomani del suo arresto Taverna posta una foto in cui Ivan guida la curva con braccio e mano tesa. E ancora: altri auguri di compleanno ai “camerati”, post sulla Decima Mas, la flottiglia della marina della Repubblica Sociale Italiana venerata dai nostalgici del Fascismo; sui fatti di via Acca Larentia, dove nel 1978 davanti alla sede romana del Msi furono uccisi due attivisti del Fronte della Gioventù, ricordati nel post di Taverna sotto una croce celtica; il post per Sergio Ramelli, esponente del Fronte della Gioventù ucciso a Milano nel 1975 per opera di militanti di estrema sinistra e ricordato ancora oggi con raduni annuali di gruppi di estrema destra e neofascisti che lo onorano col rito del “Presente!”.
Taverna non nasconde poi la sua vicinanza a CasaPound. In una foto recuperata da ilfattoquotidiano.it indossa una maglietta del movimento di estrema destra. “Era una maglietta il cui ricavato andava per una raccolta fondi per un terremoto nel Centro Italia”, dice lui via whatsapp, unico modo per fargli qualche domanda visto che non vuole parlare al telefono. I legami con CasaPound passano anche per la partecipazione ad eventi comuni, come la commemorazione organizzata a Voghera il 10 ottobre scorso in memoria di Marta Crosetto, studentessa istriana vittima delle Foibe, dove Taverna ha affiancato Lorenzo Cafarchio, responsabile di CasaPound per la provincia di Pavia e autore della casa editrice Altaforte. O le raccolte di alimentari per le famiglie vogheresi in difficoltà organizzate da CasaPound: a novembre è passato per un saluto anche Taverna, da poco assessore alle Politiche sociali. L’estrema destra la incrocia anche tra gli ultras della squadra di calcio della Vogherese, oggi in eccellenza, che Taverna tifa dalla curva sin da quando aveva 14 anni.
Del resto che sia stato eletto anche con i voti di CasaPound, a Voghera non è un segreto per nessuno. “Io che simpatizzo per CasaPound, senza esserne iscritto, ho votato per lui. È una persona che stimo, onesto e con voglia di fare”, dice Giovanni Bottazzi, ex militante dell’Msi ed ex legionario. Bottazzi gestisce una libreria in centro: una libreria “dialettica” la definisce, visto che tra gli scaffali zeppi di libri usati c’è una sezione sia sul fascismo che una sul comunismo. Bottazzi è anche presidente del circolo culturale Salvatore Frisina, crocevia di idee e opinioni ben connotate: tra gli eventi, due anni fa la conferenza “L’era delle streghe. Da Bibbiano al Mee Too: l’ideologia gender all’attacco della famiglia”, oratori Taverna e Cafarchio, insieme al vicedirettore de La Verità Francesco Borgonovo.
Il libraio dice di non aver mai votato Alleanza Nazionale e di non riconoscersi in Fratelli d’Italia, ma in quello che sta più a destra, come Forza Nuova e CasaPound: “Sono un loro camerata. Camerata è più di amico, significa solidarizzare con loro. Quelli di CasaPound sono ragazzi meritevolissimi perché fanno opere sociali come la raccolta alimentare”. Della libreria di Bottazzi, Taverna è un cliente, così come lo è Gabba, l’assessore che in chat parlava di spari sugli stranieri e di cancellare i City Angels. “Due persone di assoluta onestà, democraticità e non violenza”, sostiene Bottazzi. Li definirebbe fascisti? “Non possono essere considerati camerati – risponde – non sono fascisti”. E allora perché le parole violente di Gabba in chat, la simbologia fascista di Taverna sui social? Bottazzi dice di non essere rimasto al passo coi tempi: “Di chat e Internet non so nulla”.
Proviamo a chiederlo allo stesso Taverna, se si consideri fascista o neofascista. “Nessuno mi ha mai definito fascista – risponde – così come credo che in generale sia scorretto definire qualcuno fascista nel 2021, a più di 70 anni di distanza da quel fenomeno storico”. Eppure a 70 anni di distanza, a Voghera è ancora tema di divisione la targa che ricorda sei soldati repubblichini fucilati nel ’45 posizionata accanto al Castello Visconteo, luogo della fucilazione ma anche per anni prigione di partigiani e antifascisti.
“Io mi candido, se qualcuno mi vota mi fa piacere – dice Taverna sui voti che gli arrivano pure da CasaPound -. Non ho il potere di scegliere e identificare ogni voto”. Ma non spiega perché si faccia chiamare “camerata”, posti croce celtica e apprezzamenti alla Decima Mas. Come non risponde la sindaca Garlaschellli quando le si chiede via messaggio se tutto ciò sia opportuno. Un’opinione chiara ce l’ha invece Alessandro Raina, autore musicale di fama nazionale e attento osservatore delle dinamiche di Voghera, la sua città: “La sostanziale tolleranza che questa pseudo-sindaca e questa giunta hanno mostrato nei confronti di Adriatici è coerente con il substrato di quella che alcuni storici hanno definito ‘fascisteria’, una tendenza sociale ad accomunare genericamente valori dell’estrema destra shakerati con salvinismo, sovranismo, populismo che uniscono larga parte di una comunità iper provinciale come quella vogherese”.
@gigi_gno