Hanno raggiunto quota cinque milioni le vittime del Covid-19 nel mondo. I decessi ufficiali conteggiati dalla Johns Hopkins University sono 5.001.817 dalla comparsa della malattia, di cui 132.100 in Italia. Il numero totale di contagi accertati è invece di 246.811.481. In molti Paesi però si inizia a tornare alla piena normalità: il 1° novembre l’Australia ha riaperto i confini dopo quasi 600 giorni dalla chiusura, disposta il 20 marzo del 2020. Decine di migliaia di australiani all’estero non erano potuti tornare in patria per oltre un anno e mezzo, con pochissime eccezioni comunque condizionate all’obbligo di osservare una quarantena di 14 giorni in hotel. Ora le due maggiori città del Paese, Sydney e Melbourne, hanno scelto di consentire ai cittadini vaccinati di viaggiare senza obbligo di quarantena: all’alba, all’aeroporto di Sydney, i primi passeggeri sbarcati hanno manifestato la propria gioia con abbracci, lacrime e commozione. “È meraviglioso vedere gli australiani ricongiungersi ai loro cari dopo un periodo così lungo di separazione”, dice l’amministratore delegato della compagnia aerea Qantas, Alan Joyce. “È un grande giorno per l’Australia”, commenta sui social il primo ministro Scott Morrison, “il Paese ora è pronto a decollare“.

Anche la Thailandia ha scelto di riaprire al turismo proveniente da 63 Stati con un basso tasso di contagio. L’elenco del ministero degli Esteri di Bangkok comprende Italia, Regno Unito, Germania, Austria e quasi tutti gli altri Paesi Ue, più Svizzera, Cina, Giappone, Stati Uniti, Cile, Emirati Arabi Uniti, Bhutan e altri. L’obiettivo del governo, riferisce la Bbc, è quello di riportare il numero di turisti in arrivo a 15 milioni entro l’anno prossimo, con un potenziale introito di oltre 30 miliardi di dollari: prima della pandemia la Thailandia attirava circa 40 milioni di viaggiatori l’anno, diminuiti di più dell’80% nel corso del 2020. Tuttavia gran parte del Paese è ancora bloccato dalle restrizioni, con quasi 110mila contagi al giorno e soltanto il 42% della popolazione vaccinata: i viaggiatori dall’estero, quindi, dovranno essere completamente immunizzati e risultare negativi al tampone nelle 72 ore prima della partenza. All’arrivo sarà obbligatorio un altro test, dopo il quale però non ci sarà bisogno di quarantena per recarsi nei luoghi aperti al pubblico. Gli stranieri non vaccinati, invece, dovranno trascorrere dieci giorni in quarantena in hotel dopo l’arrivo nel Paese.

Situazione analoga in Israele, dove i confini nazionali chiusi da marzo 2020 sono riaperti dal 1° novembre ai turisti vaccinati o guariti: una riapertura rinviata già più volte a cause delle varie ondate di pandemia che hanno interessato il Paese. Una mossa, anche qui, finalizzata a ravvivare il settore del turismo fermo da più di un anno. Al momento Israele sembra aver fermato la quarta ondata anche grazie alla terza dose di vaccino, che a oggi è stata somministrata a circa quattro milioni di cittadini. Nelle passate 24 ore, secondo i dati del ministero della Sanità, i nuovi casi sono stati 472 su 70.204 test, con un tasso di positività dello 0,68%, con una forte discesa dei casi gravi (219).

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