L’andamento della pandemia in Alto Adige peggiora giorno dopo giorno e “potremmo presto trovarci nelle condizioni dell’Austria dove si parla di maggiori restrizioni“. Il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, non usa più giri di parole e va dritto al punto della questione: i contagi e ricoveri che crescono sono semplicemente la “conferma di ciò che la scienza ci dice da mesi: meno vaccinati e più rischio“. La conseguenza è altrettanto scontata: “L’effetto che potrebbe esserci è di cambiare colore e avere restrizioni delle attività”.
Dopo Trieste, teatro delle principali proteste dei No Green Pass, la Provincia di Bolzano è quella con il maggior numero di positivi in rapporto alla popolazione: 148 casi ogni 100mila abitanti. Inoltre, sta aumentando a una velocità preoccupante la pressione sugli ospedali. La percentuale di posti occupati da pazienti Covid nelle terapie intensive, secondo i dati Agenas, è ancora al 4%, distante dai livelli di guardia toccati dal Friuli Venezia Giulia, arrivata al 10%. Ma per quanto riguarda i ricoveri, dal 18 ottobre al primo novembre in Alto Adige si è assistito a una vera e propria impennata: il tasso di occupazione nei reparti di area non critica è passato dal 5% al 10 per cento.
L’Alto Adige è anche la patria dei no vax, dove appena il 60% della popolazione ha completato il ciclo vaccinale. Nessun’altra Regione italiana fa peggio. L’ostilità nei confronti del vaccino anti-Covid è stata manifestata in più occasioni. Nelle scuole, ad esempio, è salito a 454 il numero degli alunni che hanno scelto l’istruzione parentale (prevista dalla legge). Un anno fa erano appena 125. Le maggior parte sono figli di no vax che i genitori hanno deciso di iscrivere a scuole private in cui non esiste obbligo di green pass, anche a costo di pagare una tassa d’iscrizione che va dai 200 ai 400 euro al mese. Ma il sentimento anti-vaccini è testimoniato anche dal fallimento dei “vax-bus“, l’iniziativa messa in piedi dalla Provincia per portare i vaccini anche nelle valli dell’Alto Adige.
“Noi non possiamo fare altro che continuare a mettere a disposizione tutti i sistemi per potersi vaccinare e speriamo ci sia la volontà“, il commento amaro di Kompatscher nel punto stampa di oggi. “Purtroppo le cifre stanno peggiorando, sono sempre più le infezioni rilevate – ha aggiunto il presidente altoatesino – abbiamo una situazione correlata esattamente a quella della vaccinazione: abbiamo un tasso di vaccinazione più basso e a questo corrisponde un tasso di diffusione del contagio più alto”. L’opera di convincimento nei confronti dei dubbiosi sarà proseguita anche con l’attività informativa, “non solo sui vaccini, ma anche sugli effetti di questa maggiore diffusione del contagio. Il peggiore potrebbe essere – ha avvertito Kompatscher – di cambiare colore e dover adottare maggiori restrizioni. La nostra situazione è simile a quella dell’Austria e della Germania dove ci sono meno vaccinati che in Italia. E in Austria sono state decise nuove misure restrittive”, ha concluso.