L’esorcismo durante il Covid19. Non è tirata buona aria per i preti esorcisti tra il 2020 e il 2021. Tra lockdown e zone colorate è stata alquanto difficile poter esorcizzare di persona i posseduti. Questo, in sintesi, ciò che è stato riportato nelle scorse ore durante il convegno Corso di Esorcismo e Preghiera di Liberazione, organizzato dal 25 al 30 ottobre dall’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma. Durante la quindicesima edizione del tradizionale appuntamento per gli esorcisti cattolici di tutto il mondo si è discusso delle difficoltà nel raggiungere fisicamente gli indemoniati da salvare. La professoressa Fernanda Alfieri, che insegna Storia dei Generi e della Sessualità nell’Età Moderna all’Università di Bologna, e che si è occupata di esorcismi nella storia italiana, ha spiegato su The Daily Beast che la convention di quest’anno è stata particolarmente importante a causa della pandemia e della paura che così tante persone hanno avuto riguardo all’ignoto legato anche alla comparsa del virus. L’aumento delle richieste di esorcismi durante la pandemia non è stata, quindi, una sorpresa.
Alfieri ha citato la relazione di padre Ronaldo Ablong che in alcune parrocchie delle Filippine ha fatto eseguire esorcismi su pazienti affetti da Covid mentre il virus si stava diffondendo a ritmo altissimo. “La pratica esorcistica agisce su un’area di confine tra il corporeo e lo spirituale”, ha spiegato Alfieri. “Ciò implica quindi anche un’attenzione al punto di vista della medicina, che era chiara anche agli esorcisti dei secoli passati”. Infatti, durante molti antichi attacchi di peste, i sacerdoti cattolici visitavano le case con i medici per amministrare gli ultimi riti o esorcismi quando si presentava la necessità. Particolare attenzione, tra gli oltre 400 partecipanti fisicamente a Roma o in streaming, è stata data alla presenza di figure laiche della psichiatria e della medicina. “Il compito di uno psichiatra all’interno del gruppo di ausiliari di un esorcista sarà approfondito”, ha spiegato Alfieri. “Si discute anche dell’alterazione dello stato mentale e della diagnosi differenziale tra i disturbi psicopatologici e l’azione straordinaria del diavolo”. Ma c’è infine anche chi come padre Michel de Certeau, sacerdote, antropologo, linguista e storico francese, afferma che invece di presumere che il Covid sia opera del diavolo, egli crede che le persone che hanno perso i propri cari, i mezzi di sussistenza e sono state isolate si siano aperte alla possessione diabolica, rendendo essenzialmente facile la possessione.