Recentemente l’intelligence degli Stati Uniti ha comunicato che lo Stato Islamico e Al Qaeda in Afghanistan potrebbero avere la capacità di condurre operazioni internazionali, potenzialmente anche attacchi agli interessi statunitensi, in meno di sei mesi, confermando in tal modo che effettivamente le organizzazioni terroristiche si stanno muovendo in tale direzione.
Mentre l’Afghanistan continua ad affrontare gravi problemi di sicurezza, ci sono anche segni del ritorno dell’Isis in Iraq. Secondo le forze di sicurezza del paese, l’ultimo attacco terroristico in cui sono rimasti uccisi 11 civili e molti altri sono stati feriti è l’attacco dell’Isis al villaggio di al-Hawasha nella provincia di Diyala nell’Iraq orientale.
È importante riconoscere il rischio dell’emergere di una nuova Al Qaeda che assume un ruolo maggiore sul territorio afgano, forse anche collaborando con i talebani. In una situazione di questo genere si potrebbe vedere Al Qaeda raccogliere sostegno per le attività internazionali, e potenzialmente riattivare la sua vecchia rete globale e regionale. Criticamente, la Siria sarà probabilmente uno dei principali luoghi in cui Al Qaeda riapparirà in forze, dato che vi opera dal 2011.
Questo significherebbe che sia l’Iraq che la Siria sarebbero presi di mira sia da Al Qaeda che dall’Isis. È interessante notare che i recenti attacchi, anche in Afghanistan, stanno prendendo di mira i civili: pare che questa nuova ondata di terrorismo non sia limitata agli apparati di sicurezza o ai rappresentanti dello Stato. Ciò suggerisce che l’obiettivo di questi gruppi è quello di creare panico e inviare un messaggio globale del loro ritorno nello scenario interno e internazionale.
Inoltre ciò potrebbe voler dire che attacchi non sofisticati in stile ‘lupo solitario’ potrebbero tornare in auge, in particolare nel prossimo periodo di festa durante Natale e Capodanno. Queste ricorrenze creano opportunità per i gruppi terroristici di amplificare il loro impatto e propaganda. Vale la pena notare che in alcuni luoghi gli attacchi da parte di coloro che simpatizzano con questi gruppi sono continuati, per esempio in Nuova Zelanda dove lo scorso settembre un attacco da parte di un simpatizzante dell’Isis ha avuto luogo in un supermercato; senza dimenticare alcuni attacchi accaduti in Francia.
Quando si parla di sicurezza le sfide globali sono continue, ma il ritiro degli Stati Uniti dall’Afghanistan è un fattore scatenante della potenziale nuova ondata di terrorismo. Affrontare queste sfide deve essere un lavoro coordinato e pianificato, il che sarà difficile visti i conflitti politici tra gli Stati Uniti e paesi come Russia, Cina e Iran. Queste difficoltà sono maggiori data la mancanza di risoluzione in Siria, la situazione politica sempre più complicata in Iraq e i potenziali conflitti in Nord Africa.
Oltre ciò la sfida della sicurezza globale arriva in un momento in cui molti paesi stanno affrontando altre sfide ti tipo economico e socio-politico post-Covid che già minacciano la sicurezza e la stabilità.
Forse le sfide che si dovranno affrontare per bloccare il riemergere di Isis e Al Qaeda sono un’opportunità per costruire il consenso intorno alla politica globale, facendo leva sul fatto che c’è più accordo che disaccordo quando si tratta di contrastare il terrorismo.