La prima votazione inizierà mercoledì 3 novembre alle 8.30 e servirà la maggioranza assoluta, altrimenti si procederà con il secondo scrutinio. Fonti parlamentari cercano di sminuire le tensioni interne. Ma a far discutere è la direttiva sulle partecipazioni televisive
Il Movimento 5 stelle si prepara al rinnovo dei direttivi di Camera e Senato. Inizia Palazzo Madama dove, dalle 8.30 alle 20 di mercoledì 3 novembre, si vota per il nuovo o la nuova capogruppo: la sfida è tra l’uscente Ettore Licheri e la senatrice Mariolina Castellone. A sfidarsi sono due squadra: Licheri, ritenuto molto vicino a Giuseppe Conte, schiera come vicario Agostino Santillo e fra i segretari Elisa Pirro, Gabriella Di Girolamo, Gabriele Lanzi e Vincenzo Santangelo; Castellone corre assieme a Maria Laura Mantovani, Agnese Gallicchio e Felicia Gaudiano, Fabrizio Trentacoste e Vincenzo Garruti. Stasera a Palazzo Minerva c’è stata la riunione di presentazione dei due candidati in corsa per la carica che viene rinnovata ogni dodici mesi. Per vincere dopo il primo scrutinio servirà la maggioranza assoluta dei componenti del gruppo, che sono 74. In caso di fumata nera, giovedì si procederà con il secondo scrutinio. Dal terzo basterà la maggioranza dei votanti.
Entrambi, sia Licheri che Castellone, hanno rivendicato in queste ore la vicinanza al nuovo presidente Conte. “Chi si aspettava faide e guerre interne rimane a bocca asciutta”, fanno sapere fonti parlamentari 5 stelle. “Le posizioni dei candidati al ruolo di capogruppo parlano chiaro: l’entusiasmo rispetto al progetto di rilancio di Conte è evidente”. Le stessi fonti hanno rimarcato che “le due candidature sono concorrenti e non alternative, ed entrambe si inseriscono nel solco del nuovo progetto: questo è sintomatico della vitalità democratica e dell’entusiasmo che si respira tra le fila dei 5 stelle”.
A tenere banco in queste ore dentro il M5s è la direttiva dei vertici del Movimento, anticipata sabato scorso dall’Adnkronos, secondo cui, ad apparire nei telegiornali, saranno solo i cinque vice di Giuseppe Conte (Paola Taverna, Mario Turco, Riccardo Ricciardi, Michele Gubitosa e Alessandra Todde). I 5 hanno fatto il loro debutto televisivo proprio domenica 31 ottobre a ‘Mezz’ora in più’ su Rai Tre, al fianco del leader del Movimento 5 stelle. Una scelta che ha fatto molto discutere anche all’interno del Movimento. Tra i più critici, secondo quanto riferito dall’agenzia Adnkronos, c’è Primo Di Nicola, giornalista e vicepresidente della Commissione di Vigilanza Rai in quota 5 Stelle. Il senatore avrebbe espresso forti perplessità in una chat interna, bollando la decisione di ‘privilegiare’ i cinque vice nei tg come sbagliata. Per Di Nicola la direttiva pone due problemi: uno interno al Movimento e un altro relativo al rapporto tra il M5s e il servizio pubblico. “Questo diktat – il ragionamento del parlamentare – sotto il profilo della libertà di informazione rappresenta una indubbia criticità, visto che qualsiasi direttore o conduttore Rai che vi si allineasse potrebbe essere accusato di violare il principio del pluralismo e quello dell’indipendenza e dell’autonomia della Rai fissati nel contratto di servizio”.