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Napoli, vandalizzata la lapide in memoria di Falcone e Borsellino. Il sindaco Manfredi: “Atto inaccettabile, soprattutto in questa città”

Il primo cittadino ha riferito inoltre che sono già in corso le indagini anche attraverso la videosorveglianza. Il monumento è stato riposizionato
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È stata danneggiata, a Napoli, la lapide in memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino in piazza Municipio. La lapide è stata staccata dal basamento e abbandonata a terra. Nel corso della giornata alcuni lavoratori di Napoli Servizi hanno lavorato per riposizionarla. A verificare la situazione il vicesindaco, Mia Filippone. Sulla targa, inaugurata il 23 maggio 2015 nel corso di una manifestazione per l’anniversario della strage di Capaci e in concomitanza con l’apertura della “nuova” piazza Municipio dopo i lavori, sono riportati i nomi di Falcone, della moglie Francesca Morvillo, di Borsellino e degli agenti delle rispettive scorte uccisi a Capaci e nella strage di via D’Amelio.”

“Non possiamo accettare un atto di vandalismo nei confronti di un simbolo della lotta alla camorra e alla mafia soprattutto in una città come Napoli”, così ha commentato il sindaco del capoluogo campano, Gaetano Manfredi. “È un segnale molto brutto – ha aggiunto – che mi ha molto colpito perché se sono stati balordi è un ulteriore segnale di una situazione in cui giovani a un certo punto fanno cose assurde e se invece è stato un atto mirato è ancora più grave perché quella lapide ha un valore simbolico”. Manfredi ha riferito inoltre che sono già in corso le indagini anche attraverso la videosorveglianza. Si esprimono anche i parlamentari M5s della c ommissione Antimafia: “Lo sfregio contro la lapide dedicata a Falcone e Borsellino a Napoli rattrista e deve far riflettere. Un atto vile e da condannare che offende la memoria. La stupidità di un gesto simile deve farci interrogare su come sia possibile che un simbolo sia oggetto dell’inciviltà, dell’ignoranza o peggio di un messaggio criminale. Un simbolo che ricorda il sacrificio di due valorosi magistrati, tra i tantissimi che hanno perso la vita, è un monito che dà fastidio. Bisogna incidere sulla cultura, sull’educazione, perché sono le sole risposte possibili a questo tipo di atti così gravi”.

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