Terzo vaccino in vista per gli insegnanti e gli operatori scolastici ma anche nuove regole per la gestione dei positivi in classe. Sono queste le novità delle ultime ore nel mondo della scuola. Un cambiamento che potrebbe riportare a galla la tanto contestata didattica a distanza. L’Istituto superiore di sanità ha già preparato le nuove indicazioni in vista di un possibile proseguimento dello stato di pandemia che ormai, sembra scontato, sarà prorogato oltre il 31 dicembre. Entro il fine settimana dovrebbe arrivare il via libera da tutti gli interlocutori dell’Iss. Ecco i nuovi criteri.

Se c’è un solo positivo in classe nessuno sarà costretto, a parte l’interessato, a restare a casa: i compagni di classe faranno un test subito (e rientrano in aula se negativo) e uno dopo cinque giorni. Se sono i contagiati sono due scatta la quarantena “ad hoc” a seconda che si sia vaccinati o meno: nel primo caso fanno la sorveglianza con i due test, a “zero” e a cinque giorni; quelli non vaccinati invece vanno in quarantena per dieci giorni anche se negativi al primo esame. Con tre casi alunni e docenti che hanno svolto attività in presenza, dopo aver fatto il primo tampone, anche se negativo, vanno in quarantena. L’isolamento dura sette giorni per i vaccinati e dieci per i non vaccinati. Anche per i docenti tutto dipenderà dal fatto se siano vaccinati o meno e si dovrà tener conto delle misure di prevenzione adottate. Per le altre classi della scuola non sono, invece, previste sospensioni a meno che non vi sia un diretto intervento dell’Asl di competenza.

Altra situazione quella dei servizi per l’infanzia: per i bambini dai zero ai sei anni è prevista una quarantena di dieci giorni, al termine della quale dovranno effettuare un test. Alla primaria e alle medie, dove fino a 12 anni non possono essere vaccinati, con due casi positivi vanno comunque tutti in quarantena. Un’ulteriore novità: se la Asl non può intervenire tempestivamente, è il dirigente scolastico insieme al referente Covid a dover individuare i possibili “contatti scolastici” del caso positivo e a prescrivere le misure, seguendo le indicazioni contenute nel documento. La scuola deve poi comunicare le disposizioni da intraprendere agli studenti (o ai genitori, in caso di minorenni) e agli insegnanti che sono venuti a contatto con il positivo entro le 48 ore precedenti l’insorgenza dei sintomi o l’esecuzione del tampone inoltre il referente Covid deve comunicare alla Asl le misure adottate.

Immediata la reazione del sindacato, soprattutto della Cisl Scuola. La segretaria nazionale Lena Gissi ha immediatamente preso carta e pena per scrivere una lettera al ministero dell’Istruzione: “Apprendiamo, purtroppo solo da notizie di stampa, della possibilità che siano introdotte rilevanti modifiche alle misure da adottare nel caso in cui si rilevino casi di contagio da Covid 19 in ambiente scolastico. Considerata l’importanza – cita la missiva – di un costante confronto con le parti sociali su questioni che riguardano la sicurezza in ambiente lavorativo, anche ai fini di un pieno e responsabile coinvolgimento del personale come supporto alla miglior efficacia nell’applicazione delle misure adottate, si chiede la convocazione con la massima urgenza del Tavolo nazionale permanente”. La bozza del documento con le indicazioni per “l’individuazione e la gestione dei contatti di casi Covid-19 in ambito scolastico” ha già ottenuto il via libera dal Garante della Privacy che aveva chiesto di modificare alcuni passaggi.

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