L'uomo, come gli ha fatto notare il pm, ha modificato le sue dichiarazioni rispetto a quanto affermato alle Fiamme gialle nel 2017: all'epoca dichiarò di essere stato assunto dal padre dell'ex premier per conto della Delivery Service. Nel processo in corso davanti al tribunale di Firenze entra anche il filone dei reati fiscali
Sono stati riuniti in un unico processo i due procedimenti che vedono imputati i genitori dell’ex premier Matteo Renzi, Tiziano Renzi e Laura Bovoli. Lo ha deciso il giudice del tribunale di Firenze, Fabio Gugliotta, durante un’udienza del processo in cui Renzi e Bovoli sono accusati di bancarotta fraudolenta e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. A questo filone ne è stato aggregato uno collaterale, nel quale i Renzi e la figlia Matilde sono stati rinviati a giudizio a seguito di un’altra inchiesta relativa a presunti reati fiscali che sarebbero stati commessi nella gestione della società di famiglia Eventi 6 srl di Rignano sull’Arno. La decisione è stata assunta dal giudice su richiesta delle parti.
Durante l’udienza di oggi, alla quale era presente Renzi senior, è stato sentito come testimone uno dei dipendenti della Delivery Service Italia società cooperativa, una delle coop finite al centro delle indagini “Tiziano Renzi non lo conosco, non ho mai avuto rapporti con lui, lo conosco solo perché l’ho visto alla televisione”, ha detto l’uomo, modificando le sue dichiarazioni rispetto a quanto affermato alle Fiamme gialle che lo interrogarono il 31 gennaio 2017. All’epoca, come oggi gli è stato fatto notare in aula dal pm Luca Turco, dichiarò che era stato assunto da Tiziano Renzi per conto della Delivery Service. Secondo l’accusa, Tiziano Renzi e Laura Bovoli erano i gestori di fatto delle coop di servizi usandole per aumentare il volume di affari della società di famiglia Eventi 6. Oggi, quando il pm gli ha chiesto chi lo assunse nella coop, l’uomo ha risposto di non ricordare, perché era “passato molto tempo“. Quando gli è stata fatta notare la contraddittorietà delle sue affermazioni rispetto a quelle rese alla Guardia di Finanza, ha spiegato di essersi sbagliato quando a suo tempo parlò con le Fiamme Gialle.
L’udienza del 2 novembre è stata dedicata ad ascoltare circa 30 testimoni, solo una parte di quelli citati. I primi a comparire sono stati i curatori fallimentari delle tre cooperative fallite: oltre alla Delivery Service, la Marmodiv e la Europe Service. Citata tra i testimoni anche la moglie di uno degli imputati, Roberto Bargilli (quello che era l’autista del camper di Renzi ai tempi delle Primarie del Pd), la quale si è avvalsa della facoltà di non rispondere, possibilità prevista dalla legge in caso di un rapporto di parentela. Ha invece risposto alle domande, anche se con molti “non ricordo”, una nipote di Laura Bovoli che è stata componente del cda della Delivery Service.
Gli imputati del filone principale, oltre a Tiziano Renzi e Laura Bovoli, sono 14. Tra loro amministratori, componenti dei cda delle cooperative e imprenditori. Con la riunione dei processi, a questi si aggiunge adesso Matilde Renzi. Nelle indagini era inizialmente indagato anche l’imprenditore ligure Mariano Massone, accusato di bancarotta fraudolenta, che ha patteggiato una pena a sei mesi di reclusione nel marzo del 2021. Nel febbraio del 2019 Massone fu posto ai domiciliari insieme ai genitori dell’ex premier. Estinte infine le accuse a carico di un altro imputato, deceduto nel corso dell’udienza preliminare. La prossima udienza è stata fissata il 16 novembre.