Nel Nord Est c’è una “situazione di gravità e fragilità”, con le terapie intensive che “reggono” ma i pronto soccorso sono “più sotto attacco” a causa del “grosso flusso di pazienti” con “patologia medio-grave”. Il giorno dopo l’allarme lanciato dalla Regione Friuli Venezia per la crescita esponenziale dei casi nel Triestino, dove si registra un’incidenza dei casi pari a 350 contagi ogni 100mila abitanti, il presidente regionale del sindacato degli anestesisti rianimatori Aaori-Emac, Alberto Peratoner, spiega dal punto visto dei sanitari cosa sta accadendo in regione.
“C’è una situazione di gravità e fragilità del Nord Est dove Trieste dimostra chiaramente quello che la comunità scientifica dice da tempo, ovvero che laddove il tasso di vaccinazione è basso, a Trieste 1 cittadino su 3 non è vaccinato, si assiste ad una impennata di contagi dove ci sono fenomeni di assembramenti, come le manifestazioni e i cortei”, ha detto a Radio Anch’io su Rai Radio1 ricordando la sproporzione tra l’incidenza nazionale (attorno ai 50 casi ogni 100mila abitanti) e la situazione di Trieste.
“Le terapie intensive reggono – ha precisato Peratoner – abbiamo la giusta attenzione all’aumento dei numeri, ma il sistema sta tenendo. Sono i pronto soccorso che sono più sotto attacco per il grosso flusso di pazienti che però grazie ai vaccini hanno una patologia medio-grave”. Domenica la task force anti-Covid della Regione aveva snocciolato tutti i dati per mettere in evidenza la recrudescenza della pandemia in città, mentre la prefettura ha già attivato le prime contromisure vietando fino al 2022 le manifestazioni in piazza Unità d’Italia, dove hanno protestato per quasi due settimane i No Green Pass. Con i nuovi parametri, voluti in estate dalla Conferenza delle Regioni, il cui presidente è proprio Massimiliano Fedriga, il Friuli Venezia Giulia resta comunque lontano dalla zona gialla.
È infatti lontana – stando ai numeri di Agenas – la soglia del 15% di occupazione dei posti letto in area medica, mentre è raggiunta domenica quella del 10 per cento dei posti letto occupati in terapia intensiva ed è ormai certo che l’incidenza regionale dei casi sia superiore a 50 casi per 100mila abitanti. Resta tuttavia la possibilità per le autorità locali di imporre limitazioni anti-Covid su base sub-regionale.