“Il 30 ottobre 2002 sbarcavo a Helsinki, con una valigia, una stanza in uno studentato per qualche settimana, nessun lavoro, un amico stagista, l’aiutino dei miei genitori (poca roba in un paese piuttosto costoso, ma pur sempre un prezioso aiuto)”. Rosario Fina ha 46 anni, è originario di Battipaglia (Salerno) e vive tra Tampere e Helsinki: è il primo preside italiano in una scuola finlandese. “L’Italia è la mia casa – sorride – ma poi arriva il punto in cui separarsi è naturale, giusto e anche doveroso verso se stessi”.
Una solida certezza del percorso accademico di Rosario è stata lo studio della lingua e della letteratura finlandesi: “In quello ho sempre eccelso, sia per voti che per tempistica, senza perdere mai un colpo”, ricorda al fatto.it. Nel 2002, a pochi mesi dalla laurea, Rosario arriva in Finlandia per concludere le sue ricerche e completare la tesi. Ci resterà per quasi 20 anni. “In Finlandia sono stato accolto bene. Questo non significa che sia sempre stato tutto rose e fiori, o che non ci siano mai state difficoltà – spiega –. La Finlandia mi ha dato opportunità, non gratuite messe lì su un vassoio, ma di poter crescere, di poter fare delle cose importanti. Il lavoro duro, costante e programmato, da queste parti viene ripagato”.
Oggi Rosario lavora a Ruovesi, una piccola comunità immersa nel verde, circondata da un parco nazionale: tre campi sportivi, biblioteca comunale, le aule di musica, disegno, i laboratori per le scienze, le cucine per l’economia domestica, il palaghiaccio aperto alla scuola per gli sport invernali e la natura che è un’espansione delle aule. Dopo anni di studio, nonostante già due titoli e l’abilitazione all’insegnamento in Finlandia in tasca, Rosario si è iscritto al percorso accademico per diventare dirigente scolastico. “Ma alla fine non si ha il posto, né si entra in una graduatoria. Si è abilitati, si è sul mercato. Competenze, esperienze, curriculum fanno il resto. Sono il primo preside italiano di questo istituto, e molto probabilmente l’unico o uno dei primi stranieri in Finlandia”, dice con un pizzico di orgoglio.
Differenze rispetto al mondo del lavoro? “Quello che prima mi viene in mente è la fiducia che si ha nei confronti di chi lavora, e l’autonomia nello svolgere le proprie funzioni. La possibilità – continua Rosario – di potersi muovere liberamente all’interno di uno spazio concordato, ma con strutture flessibili, seguendo delle regole condivise“. Le giornate non sono mai uguali: sveglia alle 6, lavoro dalle 7 alle 17, riunioni e incontri con docenti, allievi, famiglie. Un preside in Finlandia è “come un direttore d’azienda, con grandi responsabilità”. La pandemia qui non ha avuto la stessa drammaticità dell’Italia. “Ma ha lasciato un segno profondo, specie nei giovani”. Ha avuto un impatto importante sulle strutture scolastiche, portando alla riorganizzazione delle pratiche pedagogiche “di fatto in una notte”.
Quello che ha sempre destato una forte ammirazione in Rosario è l’enorme senso della cosa pubblica, del comune interesse, “il modo quasi sacro di svolgere una funzione pubblica in quanto espressione di un servizio per la comunità, realizzato per tutti con le risorse di tutti”. Questa “liturgia laica del lavoro e del bene comune sono una cosa davvero bella, che negli anni ho imparato ad apprezzare sempre più profondamente”, continua. Questo non vuol dire che “non avvengano mai disservizi o che tutto funzioni sempre e comunque”, precisa.
Le differenze salariali con l’Italia esistono, e anche nella tassazione. “In Italia ho sempre lavorato durante gli studi. Ma mai con un’assicurazione, né un contributo, né un salario che si possa definire tale – ricorda –. La cosa drammatica è che questo succede non solo ai giovani, ma anche a chi in Italia ci vive, a chi ha una famiglia”. Il segreto del benessere nordico Rosario lo spiega con il senso di appartenenza alla società e il tendere al bene comune. Al momento tornare non è un’ipotesi cui il preside pensa, non in pianta stabile. “L’Italia, la mia piccola Italia fatta di famiglia e amici della scuola a Battipaglia, di passeggiate a Salerno, di sole e spensieratezza, rimane una parte del cuore. E questo basta”. Ai giovani italiani Rosario direbbe di essere aperti al nuovo, di avere memoria del passato, di essere coraggiosi, di fare esperienza senza avere paura. “Riesco a ritornare piuttosto spesso, due volte l’anno. Tornare è bello, partire è agrodolce. Poi rimetto piede in Finlandia, e penso che casa è qua. Spesso mi viene in mente – conclude – un detto delle mie parti che fa più o meno così: ‘Chi vive sperando muore disperato’”.
Cervelli in fuga
“Vivo in Finlandia dal 2002 e ora sono il primo preside italiano in una scuola del territorio. Casa mia ora è qui, ecco perché”
Rosario Fina ha 46 anni ed è originario di Battipaglia, vicino a Salerno. Ha iniziato il suo percorso in Finlandia per concludere le sue ricerche e completare la tesi: "Qui le strutture sono flessibili e le regole condivise"
“Il 30 ottobre 2002 sbarcavo a Helsinki, con una valigia, una stanza in uno studentato per qualche settimana, nessun lavoro, un amico stagista, l’aiutino dei miei genitori (poca roba in un paese piuttosto costoso, ma pur sempre un prezioso aiuto)”. Rosario Fina ha 46 anni, è originario di Battipaglia (Salerno) e vive tra Tampere e Helsinki: è il primo preside italiano in una scuola finlandese. “L’Italia è la mia casa – sorride – ma poi arriva il punto in cui separarsi è naturale, giusto e anche doveroso verso se stessi”.
Una solida certezza del percorso accademico di Rosario è stata lo studio della lingua e della letteratura finlandesi: “In quello ho sempre eccelso, sia per voti che per tempistica, senza perdere mai un colpo”, ricorda al fatto.it. Nel 2002, a pochi mesi dalla laurea, Rosario arriva in Finlandia per concludere le sue ricerche e completare la tesi. Ci resterà per quasi 20 anni. “In Finlandia sono stato accolto bene. Questo non significa che sia sempre stato tutto rose e fiori, o che non ci siano mai state difficoltà – spiega –. La Finlandia mi ha dato opportunità, non gratuite messe lì su un vassoio, ma di poter crescere, di poter fare delle cose importanti. Il lavoro duro, costante e programmato, da queste parti viene ripagato”.
Oggi Rosario lavora a Ruovesi, una piccola comunità immersa nel verde, circondata da un parco nazionale: tre campi sportivi, biblioteca comunale, le aule di musica, disegno, i laboratori per le scienze, le cucine per l’economia domestica, il palaghiaccio aperto alla scuola per gli sport invernali e la natura che è un’espansione delle aule. Dopo anni di studio, nonostante già due titoli e l’abilitazione all’insegnamento in Finlandia in tasca, Rosario si è iscritto al percorso accademico per diventare dirigente scolastico. “Ma alla fine non si ha il posto, né si entra in una graduatoria. Si è abilitati, si è sul mercato. Competenze, esperienze, curriculum fanno il resto. Sono il primo preside italiano di questo istituto, e molto probabilmente l’unico o uno dei primi stranieri in Finlandia”, dice con un pizzico di orgoglio.
Differenze rispetto al mondo del lavoro? “Quello che prima mi viene in mente è la fiducia che si ha nei confronti di chi lavora, e l’autonomia nello svolgere le proprie funzioni. La possibilità – continua Rosario – di potersi muovere liberamente all’interno di uno spazio concordato, ma con strutture flessibili, seguendo delle regole condivise“. Le giornate non sono mai uguali: sveglia alle 6, lavoro dalle 7 alle 17, riunioni e incontri con docenti, allievi, famiglie. Un preside in Finlandia è “come un direttore d’azienda, con grandi responsabilità”. La pandemia qui non ha avuto la stessa drammaticità dell’Italia. “Ma ha lasciato un segno profondo, specie nei giovani”. Ha avuto un impatto importante sulle strutture scolastiche, portando alla riorganizzazione delle pratiche pedagogiche “di fatto in una notte”.
Quello che ha sempre destato una forte ammirazione in Rosario è l’enorme senso della cosa pubblica, del comune interesse, “il modo quasi sacro di svolgere una funzione pubblica in quanto espressione di un servizio per la comunità, realizzato per tutti con le risorse di tutti”. Questa “liturgia laica del lavoro e del bene comune sono una cosa davvero bella, che negli anni ho imparato ad apprezzare sempre più profondamente”, continua. Questo non vuol dire che “non avvengano mai disservizi o che tutto funzioni sempre e comunque”, precisa.
Le differenze salariali con l’Italia esistono, e anche nella tassazione. “In Italia ho sempre lavorato durante gli studi. Ma mai con un’assicurazione, né un contributo, né un salario che si possa definire tale – ricorda –. La cosa drammatica è che questo succede non solo ai giovani, ma anche a chi in Italia ci vive, a chi ha una famiglia”. Il segreto del benessere nordico Rosario lo spiega con il senso di appartenenza alla società e il tendere al bene comune. Al momento tornare non è un’ipotesi cui il preside pensa, non in pianta stabile. “L’Italia, la mia piccola Italia fatta di famiglia e amici della scuola a Battipaglia, di passeggiate a Salerno, di sole e spensieratezza, rimane una parte del cuore. E questo basta”. Ai giovani italiani Rosario direbbe di essere aperti al nuovo, di avere memoria del passato, di essere coraggiosi, di fare esperienza senza avere paura. “Riesco a ritornare piuttosto spesso, due volte l’anno. Tornare è bello, partire è agrodolce. Poi rimetto piede in Finlandia, e penso che casa è qua. Spesso mi viene in mente – conclude – un detto delle mie parti che fa più o meno così: ‘Chi vive sperando muore disperato’”.
Articolo Precedente
“Per lavorare in Belgio ho lasciato un posto a tempo indeterminato. Ma dopo due anni sono tornata. Ecco perché”
Articolo Successivo
“A Londra sono diventato professore associato in 5 anni. Nessuna abilitazione nazionale, basta un buon cv. Ma i pazienti sono meno seguiti”
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Cronaca
Papa Francesco, la Sala stampa del Vaticano diffonde la prima foto dal giorno del ricovero. L’Angelus: “Sto affrontando periodo di prova”
Mondo
Ucraina, l’inviato Usa: “Distanze ridotte tra Russia e Kiev”. Zelensky cambia il capo di Stato Maggiore e annuncia il missile Long Neptune: può colpire Mosca
Mondo
Israele, Netanyahu licenzia il capo dei servizi interni: “Mancanza di fiducia”. Ma lui: “Ragioni politiche”
Damasco, 16 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Difesa siriano ha accusato domenica il gruppo libanese Hezbollah di aver rapito e ucciso tre soldati in Libano. Lo hanno riferito i media statali.
"Un gruppo della milizia di Hezbollah... ha rapito tre membri dell'esercito siriano al confine tra Siria e Libano... prima di portarli in territorio libanese ed eliminarli", ha affermato il ministero della Difesa, citato dall'agenzia di stampa Sana.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha dichiarato che un colpo d'arma da fuoco proveniente dal Libano ha colpito un veicolo all'interno di un centro residenziale nel nord di Israele. "Stamattina, uno sparo ha colpito un veicolo parcheggiato nella zona di Avivim. Non sono stati segnalati feriti. Lo sparo è molto probabilmente partito dal territorio libanese", ha affermato l'esercito in una dichiarazione. "Qualsiasi fuoco diretto verso Israele dal territorio libanese costituisce una palese violazione degli accordi tra Israele e Libano", ha aggiunto l'esercito.
Kiev, 16 mar. (Adnkronos/Afp) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sostituito il capo di stato maggiore delle forze armate, con un decreto emesso oggi, mentre le truppe in prima linea di Kiev continuano ad essere in difficoltà. Secondo un comunicato, Anatoliy Bargylevych è stato sostituito da Andriy Gnatov, a cui "è stato affidato il compito di aumentare l'efficienza della gestione".
"È un combattente", ha detto Zelensky parlando di Gnatov. "Il suo compito è quello di apportare maggiore esperienza di combattimento, l'esperienza delle nostre brigate nella pianificazione delle operazioni, difensive e offensive, nonché uno sviluppo più attivo del sistema dei corpi d'armata", ha aggiunto. "Tutto ciò che le nostre brigate hanno imparato dalla guerra dovrebbe essere implementato al cento per cento a livello di pianificazione".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Un uomo di 45 anni è stato dato alle fiamme nel bel mezzo di Times Square, a New York, la scorsa notte. Lo ha riferito la polizia. Le immagini delle telecamere hanno immortalato il momento in cui l'uomo, a torso nudo e gravemente ustionato, è stato trasportato d'urgenza dalle autorità in ambulanza dopo che le fiamme erano state spente.
La polizia afferma che il 45enne è stato soccorso alle 4 del mattino ed è stato portato in un ospedale vicino in condizioni stabili. Il suo aggressore sarebbe fuggito dalla scena ed è ricercato dalle autorità. Non sono state in grado di dire se l'attacco fosse casuale o mirato.
Gli investigatori hanno riferito che l'uomo era stato cosparso con un liquido infiammabile prima che qualcuno appiccasse il fuoco. La vittima, avvolta dalle fiamme, si era messa poi a correre, quando qualcuno è uscito da un'auto e ha spento il fuoco con un estintore a polvere.
Skopje, 16 mar. (Adnkronos) - La Macedonia del Nord ha dichiarato un periodo di lutto nazionale di sette giorni per l'incendio in una discoteca che ha causato almeno 59 morti e decine di feriti, mentre le autorità hanno arrestato 15 persone per interrogarle e il ministro degli Interni ha affermato che un'ispezione preliminare ha rivelato che il club stava operando senza la licenza necessaria.
Al termine di una giornata in cui il piccolo Paese balcanico è stato alle prese con un disastro mai visto da decenni, il ministro degli Interni Panche Toshkovski ha dichiarato che il club nella città orientale di Kočani, dove si è verificato l'incendio prima dell'alba, sembrava operare illegalmente.
Più di 20 persone sono sotto inchiesta, 15 delle quali sono sotto custodia della polizia, mentre altri sospettati di coinvolgimento si trovano in ospedale, ha aggiunto Toshkovski. La maggior parte delle vittime dell'incendio, che ha devastato il nightclub Pulse durante un concerto hip-hop, erano adolescenti e giovani adulti. Circa 155 sono rimasti feriti, molti in modo grave.
Mosca, 16 mar. (Adnkronos) - Il desiderio della Gran Bretagna di rubare i beni russi è legato alla lunga tradizione inglese della pirateria, diventata un segno distintivo della corona britannica insieme a "rapine e omicidi". Lo ha affermato la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.
"Questa è una delle tradizioni inglesi, come bere il tè e le corse di cavalli. Il fatto è che la pirateria è stata legalizzata in Inghilterra", ha scritto la diplomatica sul suo canale Telegram. "Ai pirati era proibito attaccare le navi inglesi, ma era loro permesso derubare le navi dei concorrenti. Moralità immorale".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - I media libanesi riferiscono di un morto in un attacco aereo israeliano nella città meridionale di Aainata. Ulteriori raid sono stati segnalati a Kafr Kila. Non ci sono commenti immediati da parte delle Idf.